Politica
Berlusconi dice no a Giorgia Meloni. A Roma lancia Marchini e così lo brucia
Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)
Silvio Berlusconi ha combinato proprio un bel pasticcio. E a dirlo sono proprio i suoi uomini, ovviamente a microfono spento. La candidatura di Alfio Marchini a sindaco di Roma da parte dell'ex Cavaliere è stato un classico esempio di eiaculazione precoce (politica si intende). Il leader di Forza Italia ha dichiarato che sosterrà Marchini senza prima averne parlato con gli alleati, ovvero Giorgia Meloni e Matteo Salvini. E nella Capitale, stando ai sondaggi, il primo partito del Centrodestra è Fratelli d'Italia e così la sua leader è andata su tutte le furie. Ignazio La Russa, co-fondatore di Fdi, ad Affaritaliani.it non usa mezzi termini e ribadisce che il no alla candidatura di Marchini sottolineando che comunque Berlusconi "ha sempre detto che la coalizione di Centrodestra deve presentarsi unita, non solo a Roma, e quindi insieme si troverà il candidato migliore". Che potrebbe anche essere, ma non è detto, la stessa Giorgia Meloni. In sostanza il piano di Forza Italia era quello di 'far digerire' Marchini agli alleati (Salvini non lo ha escluso) ma col tempo e gradualmente. Fatto sta che l'uscita frettolosa e intempestiva dell'ex premier ha rovinato tutto, scatenando il comprensibile fuoco di sbarramento di Fratelli d'Italia. Off the record i big azzurri si dicono molto perplessi sul nome della Meloni, "troppo di destra", e "una candidata che può fare un buon risultato ma certo non può vincere". Insomma, questa volta Berlusconi ha proprio sbagliato i tempi. La sua eiaculazione precoce sul sostegno a Marchini ha fatto una frittata nel Centrodestra. E ora trovare un nome comune e condiviso sarà molto difficile. Il Movimento 5 Stelle ringrazia.