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Politica
"Berlusconi più con Conte che con il Cdx". Lega-FdI, il retroscena clamoroso

"Berlusconi è più con il governo Conte che con il Centrodestra. Triste dirlo, ma ormai è così". E' quasi unanime la lettura che viene fatta rigorosamente off the record tra i deputati e i senatori di Lega e Fratelli d'Italia all'indomani della votazione in Parlamento sullo scostamento di bilancio con il Centrodestra che, spinto dalla mossa dell'ex Cavaliere di giocare d'anticipo, ha votato sì insieme ai partiti della maggioranza.

Matteo Salvini e Giorgia Meloni, spiegano le fonti, hanno deciso di convergere seguendo un ragionamento molto chiaro e semplice: visto che il leader di Forza Italia cerca la rottura con la coalizione di Centrodestra e comunque è più vicino a Conte e al Pd che alla destra sovranista, non sarebbe stato né intelligente né utile arrivare alla spaccatura su un provvedimento che serve a repirere ulteriori fondi per aiutare gli italiani in difficoltà. L'astensione o il no di Lega e FdI sullo scostamento sarebbe stato insomma un regalo all'ex premier e, quindi, Salvini e Meloni hanno deciso di assecondare per questa volta la strategia berlusconiana ma sono convinti che, nonostante l'impegno in particolare della leader di Fratelli d'Italia per tenere unita la coalizione, il Centrodestra sia destinato a rompersi.

La lettura che danno dal fronte sovranista è che in primo luogo l'ex Cavaliere non sia proprio capace di fare opposizione e cerchi in ogni modo di ritagliarsi un ruolo per poter contare, incidere, entrare nelle partite chiave, soprattutto economiche. Poi ci sono sicuramente le aziende di famiglia. L'atteggiamento di difesa di Mediaset, anche da parte dei 5 Stelle, non solo del Pd e di Italia Viva, avrebbe portato Berlusconi a un atteggiamento decisamente più morbido e di grande apertura nei confronti del governo.

Nessun ingresso oggi nell'esecutivo, ma il numero uno di Forza Italia si è rimesso in gioco e veste i panni di una sorta di ruota di scorta per salvare la legislatura. Se tra qualche mese la maggioranza dovesse andare in crisi, magari per una scissione nei 5 Stelle da parte del gruppo di Alessandro Di Battista (e basta vedere che cosa sta accadendo in Puglia per capire che l'ipotesi è assolutamente probabile), Berlusconi sarebbe pronto a scendere in campo, naturalmente con la scusa dell'emergenza coronavirus e soprattutto della gravissima crisi economica, per far pesare i suoi numeri parlamentari. Magari, raccontano sempre le fonti di Lega e FdI, per un appoggio esterno soprattutto a Palazzo Madama o, perché no, con l'ingresso in un nuovo governo sempre guidato da Giuseppe Conte ma senza i grillini duri e puri.

Poi, dietro le quinte, ci sarebbero anche i movimenti di Gianni Letta in vista della partita del Quirinale. Il 2022 non è poi così lontano e sicuramente il leader azzurro vuole contare. Per questo sono in corso da settimane contatti con Dem e renziani per cercare di convergere su un nome condiviso. In pole position ci sarebbe sempre l'ex presidente della Bce Mario Draghi.

La Meloni, più di Salvini, insiste nel lavorare per tenere unità la coalizione, che per FdI è sempre stato il primo punto dell'agenda politica. Ma questa volta sembra proprio che l'ex Cavaliere stia andando nel senso opposto. I sovranisti sono convinti che in caso di rottura nel Centrodestra quasi la metà dei parlamentari azzurri lascerebbe il partito di Berlusconi per entrare o nella Lega o in Fratelli d'Italia. Vedremo, intanto le prime ripercussioni di questa svolta nel Centrodestra potrebbero già esserci sulle candidature per le Amministrative 2021 con qualcuno che comincia a mettere in dubbio la corsa di Guido Bertolaso a Roma, così come di altri tecnici di area che FI vorrebbe piazzare in varie città che andranno alle urne.

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