Casamenti, il sindaco che è riuscito a mettersi contro tutti (e a perdere pure col Tar) - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 16:02

Casamenti, il sindaco che è riuscito a mettersi contro tutti (e a perdere pure col Tar)

Ad Orbetello la politica locale sembra una commedia dell’assurdo...

Di Massimo Rigore

Casamenti, il sindaco che è riuscito a mettersi contro tutti (e a perdere pure col Tar)

Ad Orbetello la politica locale sembra una commedia dell’assurdo. Al centro della scena c’è lui, Andrea Casamenti, sindaco di lungo corso e campione dell’autoreferenzialità. In pochi anni è riuscito in un’impresa titanica: farsi criticare da tutti, perfino da quelli che dovrebbero stargli accanto.

Partiamo da Talamone, la frazione più turistica del Comune, oggi in piena rivolta. Qui i cittadini non ne possono più di promesse mancate, marciapiedi che crollano, strade dimenticate e una gestione dei rifiuti che definire “disastrosa” è un complimento. Ma la ciliegina sulla torta è stata la vicenda del porto, un progetto milionario per trasformare l’approdo in marina turistica. Casamenti e i suoi hanno tirato dritto come se fosse roba loro, oscurando gli atti, ignorando le proteste e vantandosi di un “bando trasparente”. Peccato che il Tar della Toscana abbia demolito tutto, annullando l’intera procedura e bollando come «radicalmente illegittimo» l’operato del Comune. Una sonora sberla giudiziaria, tanto più imbarazzante perché arrivata dopo mesi di proclami (Affaritaliani ha seguito da vicino tutta la vicenda, qui l’ultimo articolo).

A questo punto uno si aspetterebbe un po’ di silenzio, magari un briciolo di autocritica. Macché. Il sindaco ha pensato bene di negare l’evidenza e di raccontare che, in fondo, è tutta una questione “tra privati”. Come dire: il Tar non ha capito niente, mentre lui, il genio della Maremma, sì.

Intanto a Orbetello cresce il malcontento anche nel suo stesso campo politico. L’ultimo a prendere le distanze è Luca Minucci, ex assessore, fresco consigliere regionale e anche lui di centrodestra (Fratelli d’Italia, per l’esattezza). Minucci ha fatto capire che il regno di Casamenti è arrivato al capolinea. Propone addirittura di unire Orbetello e Monte Argentario, una visione opposta a quella del sindaco che, nel frattempo, si è chiuso nel suo piccolo fortino difendendo una poltrona che scotta. Il progetto è discutibile, ma il segnale al primo cittadino di Orbetello è evidente.

E poi ci sono le opposizioni, con il Pd che lo accusa – giustamente – di aver trasformato gli account social del Comune in megafoni personali. I profili istituzionali, pagati con soldi pubblici, vengono usati come clava contro chi osa criticarlo. Altro che trasparenza, qui siamo al livello del blog personale con lo stemma del Comune in copertina.

Ma il fronte più caldo resta quello di Talamone, dove è nato il Coordinamento Secessione, un movimento civico trasversale che rappresenta centinaia di residenti e proprietari di seconde case esasperati e che chiede di lasciare Orbetello per passare sotto Magliano in Toscana. Una provocazione? Non solo. È certamente il sintomo di un disagio profondo, alimentato da anni di abbandono, disservizi e indifferenza. E quando una comunità arriva a chiedere la secessione, non è più folklore: è un fallimento politico in piena regola. Insomma, Casamenti è solo contro tutti: contro i cittadini di Talamone, che si sono stufati di essere trattati come un fastidio; contro le opposizioni, che denunciano abusi e arroganza; contro il Tar, che gli ha dato una lezione di diritto amministrativo; e persino contro una parte del suo stesso schieramento, che comincia a pensare che la stagione di questo sindaco sia al capolinea. Se c’è una morale in questa storia, è che la realtà, prima o poi, presenta il conto.

E quando un tribunale, i cittadini, le opposizioni e perfino la tua maggioranza ti spiegano che hai sbagliato tutto, forse è il caso di piantarla con i post trionfalistici e di cominciare a fare ciò che un sindaco dovrebbe: governare, ascoltare e risolvere i problemi. Ma questo, per Casamenti, sembra davvero impossibile.

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