Centrodestra, Salvini vince sui candidati alle Regionali e Forza Italia si rifà con la manovra. Meloni abile mediatrice - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 11:50

Centrodestra, Salvini vince sui candidati alle Regionali e Forza Italia si rifà con la manovra. Meloni abile mediatrice

Che cosa è accaduto davvero nella maggioranza. Inside

Di Alberto Maggi

Salvini ha scongiurato l'impegno scritto nero su bianco che la Lombardia andrà a Fratelli d'Italia


Erano le ore 11.40 di ieri, mercoledì 8 ottobre, quando Affaritaliani ha telefonato a una fonte ai massimi livelli di Forza Italia, vicinissima al vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, per chiedere la conferma ulteriore sui nomi dei candidati di Centrodestra alle elezioni regionali di fine novembre (poi ufficializzati in serata) e la risposta è stata chiarissima: "Ma sì, i nomi sono quelli. Ora però siamo concentrati sulla manovra economica".

Questo episodio è la cifra - termine tanto caro a Marco Rizzo - di quanto accaduto ieri nella maggioranza di governo tra discussione sulla Legge di Bilancio per il prossimo anno ed elezioni regionali. E' evidente che gli azzurri abbiano ceduto sul secondo punto. Hanno ritirato il diktat sulle dimissioni di Edmondo Cirielli da vice-ministro degli Esteri prima di candidarsi in Campania, infatti resterà alla Farnesina anche in caso di quasi certa sconfitta contro Roberto Fico, e in Veneto hanno ingoiato il rospo del candidato leghista che non volevano, Alberto Stefani, fumo negli occhi per l'eurodeputato di Forza Italia ed ex sindaco di Verona con un passato nel Carroccio Flavio Tosi.

Ma il partito di Tajani incassa una vittoria sulla manovra. Non solo sul taglio dell'Irpef per il ceto medio, confermatissimo fino a 50mila euro lordi l'anno e si proverà di tutto per arrivare verso i 60mila, ma soprattutto sulle misure in manovra spiegate in modo preciso ieri proprio ad Affaritaliani dal responsabile economico azzurro Maurizio Casasco (leggi qui). Un investimento che guarda meno ai nomi, comunque c'è appena stato il trionfo in Calabria di Roberto Occhiuto (e in Puglia Luigi Lobuono è un civico di area azzurra, ex presidente della Fiera del Levante), e più alla sostanza perché certi provvedimenti per il mondo produttivo potenzialmente possono portare molti consensi agli azzurri. Il tutto con la nuova rottamazione delle cartelle esattoriali tanto voluta dalla Lega che o non ci sarà o sarà ultra light.

Sul fronte delle candidature alla Regionali è indubbio che stavolta l'altro vicepremier, Matteo Salvini, sia uscito vincitore. I leghisti veneti temevano fino a ieri pomeriggio l'imboscata dei Fratelli (d'Italia) e invece è stato confermato il nome di Stefani, segretario regionale e vice-segretario federale vicinissimo a Luca Zaia. E proprio il Governatore uscente, che non presenterà la sua lista, sarà capolista del Carroccio in tutte le province del Veneto e avrà (forse, perché ancora non è certo) il suo nome, 'Zaia', nel simbolo sulla scheda elettorale. Obiettivo tornare a essere il primo partito regionale.

Alcuni quotidiani stamattina scrivono che Salvini ha dovuto cedere la Lombardia, dove si voterà tra tre anni, al partito di Giorgia Meloni ma quello che è stato scongiurato e che bloccava la trattativa è stato metterlo nero su scritto. Infatti nel comunicato ufficiale congiunto non c'è alcun impegno sulla regione ora guidata da Attilio Fontana (ecco la nota di ieri sera del Centrodestra: "A margine della riunione sulla legge di bilancio che si è tenuta oggi pomeriggio, i leader del centrodestra sì sono confrontati sulle candidature per la prossima tornata delle elezioni regionali. Scambio che ha portato a definire le candidature del viceministro agli Affari esteri e coordinatore dell’Esecutivo di Fratelli d’Italia Edmondo Cirielli in Campania, dell’imprenditore ed ex presidente della Fiera del levante Luigi Lobuono in Puglia e del vicesegretario federale e deputato della Lega Alberto Stefani in Veneto. La coalizione, come sempre, darà il massimo supporto ai suoi candidati").

E pochi minuti dopo Salvini ha precisato con una nota della Lega: "Il candidato presidente in Lombardia non è legato al Veneto. Sarà annunciato al momento opportuno, riconoscendo il diritto di individuare il candidato presidente, da scegliere con la coalizione, al partito con il più recente maggior peso elettorale in Lombardia precedente le elezioni". E' evidente che FdI vorrà una grande regione del Nord (e il nome è quello di Carlo Fidanza) ma non ci sono impegni scritti. Pericolo scongiurato, al momento valgono le parole del segretario lombardo della Lega: "Si vota tra tre anni in Lombardia, vedremo". Il tutto con la premier Meloni che con grande astuzia e abilità ha saputo ancora una volta trovare la quadra, mediare e tenere unita la coalizione.

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