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Politica
Conte frena sul patto col Pd. Scintille sul referendum sulle armi all'Ucraina
Elly Schlein e Giuseppe Conte

Scintille M5s-Pd tra patto che vacilla e le armi in Ucraina

"Di fronte a una destra e al suo governo che sui temi fondamentali, dai diritti sociali ai diritti civili e perfino sull’assetto democratico ed istituzionale, porta drammaticamente indietro il Paese, è sempre più urgente che si creino le condizioni per una piattaforma comune delle opposizioni". A dirlo il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni parlamentare dell’Alleanza Verdi Sinistra intervenendo a Roma all’Assemblea Nazionale della Rete dei Numeri Pari e rivolgendosi a Elly Schlein e a Giuseppe Conte.

Difficilmente però ci sarà ascolto sul tema. Anzi, secondo il Corriere della Sera Conte frena sul patto col Pd. "In passato — dichiara l’ex presidente del Consiglio — il M5S si è scottato col Pd, un partito abituato a gestire il potere. È naturale che oggi ci sia maggiore cautela, più prudenza". Per il Corriere "la divaricazione più marcata sembra la posizione dei due partiti sulla guerra: Conte ha infatti annunciato che firmerà per il referendum abrogativo delle leggi che permettono l’invio di armi all’Ucraina, promosso anche dalla Commissione Du.pre. (sigla che sta per «dubbio» e «precauzione») vicina agli ambienti novax".

"Se non indirizziamo i nostri sforzi diplomatici, l'Ue perderà la sua leadership: è necessario recitare un ruolo da protagonista per una soluzione, altrimenti l'Europa non avrà più ruolo nei futuri scenari", ha detto Conte.

Sempre sul Corriere risponde Stefano Bonaccini. "La politica estera di un grande Paese non si fa coi referendum. Comunque sull’Ucraina nessuno è diviso quanto la destra: è appena il caso diricordare le posizioni di Salvini o le sparate di Berlusconi, a cui faccio un grande in bocca al lupo perla sua salute. Ma con il M5S abbiamo anche punti di convergenza importanti, dalla difesa della sanità e della scuola pubblica alla lotta alla precarietà", dice Bonaccini.

Sull’obiettivo del 2 per cento del Pil per le spese militari: "Io penso che l’obiettivo primario, anche in questo ambito, sia quello dell’integrazione europea, per spendere meglio e contare di più nel quadro internazionale. Non si può lamentare l’onnipresenza degli Stati Uniti e l’assenza dell’Unione europea e poi lasciare ai primi ogni onere e responsabilità e la seconda senza voce e strumenti, a iniziare da una politica estera e da un esercito comuni".

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