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Coronavirus, Conte: "Rilancio opere pubbliche e cambia l'abuso d'ufficio"
Giuseppe Conte

Coronavirus, Conte: "Rilancio opere pubbliche e cambia l'abuso d'ufficio"

Mentre l'emergenza Coronavirus continua a tenere in ostaggio l'Italia, che faticosamente prova a rialzarsi in questa fase 2. Il governo pensa al rilancio del Paese, e il premier Giuseppe Conte - in una dettagliata lettera sul Corriere della Sera - spiega come intende far ripartire l'economia italiana, duramente segnata dalla crisi, grazie ai fondi in arrivo dall'Europa con il "Recovery Fund".

La lettera del presidente del Consiglio Giuseppe Conte

Questo è il momento per alzare la testa e volgere il nostro sguardo al futuro. Abbracciando questa prospettiva, con coraggio e visione, trasformeremo questa crisi in opportunità. Ci sono alcune azioni fondamentali per recuperare il divario di crescita economica e produttività, nei confronti degli altri Paesi europei, che ci ha caratterizzato soprattutto negli ultimi vent’anni.

A) Siamo al lavoro per la modernizzazione del Paese. Introdurremo incentivi alla digitalizzazione, ai pagamenti elettronici e all’innovazione. Dobbiamo sollecitare la diffusione della identità digitale, rafforzare l’interconnessione delle banche dati pubbliche e approvare un programma per realizzare al più presto la banda larga in tutto il Paese. L’emergenza che stiamo vivendo ci ha imposto lo smart working e la didattica a distanza quando non eravamo affatto preparati. Dobbiamo trarre il positivo di questa esperienza e varare un complessivo piano che ci aiuti a colmare il divario digitale facendo in modo che l’accesso alle nuove tecnologie sia alla portata di tutte le comunità territoriali e di tutte le tasche.

B) Dobbiamo moltiplicare gli strumenti utili a rafforzare la capitalizzazione e il consolidamento delle imprese, anche al fine di sostenere l’attività delle filiere produttive nella fase di ripresa, con particolare riguardo a quelle in maggiore sofferenza. Dobbiamo favorire le innovazioni da parte delle start up e rilanciare misure già introdotte con successo come ACE e Impresa 4.0, rendendole strutturali.

C) Occorrono una decisa azione di rilancio degli investimenti pubblici e privati e una drastica riduzione della burocrazia. Potremo utilizzare le risorse europee per realizzare le infrastrutture strategiche del Paese, a partire dalle grandi reti telematiche, idriche ed energetiche. Le opere pubbliche vanno sbloccate anche per mezzo di un intervento normativo a carattere temporaneo, su cui il Governo sta già lavorando. Avremo cura di salvaguardare i presidi di legalità e i controlli, per contrastare gli appetiti delle organizzazioni criminali, ma dovremo accelerare le procedure e gli iter autorizzativi. Introdurremo misure che valgano a realizzare una rivoluzione culturale nella pubblica amministrazione. I funzionari pubblici, pur in un’ottica di rigore e trasparenza, devono essere incentivati ad assumersi le rispettive responsabilità. Faremo in modo di evitare che sui funzionari onesti gravi eccessiva incertezza giuridica, ad esempio circoscrivendo più puntualmente il reato di abuso d’ufficio e la medesima responsabilità erariale.

D) Occorre una graduale ma decisa transizione verso un’economia sostenibile, legata al green deal europeo, che nel caso del nostro Paese si deve associare a nuove forme di tutela e promozione del territorio e del patrimonio paesaggistico e culturale. La transizione energetica rimane una priorità italiana ed europea: forse troveremo un vaccino per il virus ma sicuramente non ce n’è uno per il cambiamento climatico.

E) Dobbiamo puntare su un grande investimento per il diritto allo studio e per l’innovazione dell’offerta formativa, affinché l’Italia sia tra i primi posti in Europa per giovani con titoli di studio universitario. Questi interventi vanno collegati a un grande piano di ricerca pubblico/privato sulle sfide del futuro: tecnologie digitali, transizione ecologica, medicina personalizzata, inclusione e benessere sociale, per rilanciare la competitività del nostro sistema economico- sociale e creare nuova impresa con start up e spin-off.

F) È necessario abbreviare i tempi della giustizia penale e della giustizia civile. Il codice civile è stato varato nel 1942 e ha attraversato tutti questi anni senza una riforma organica. Tutti e tre questi progetti di riforma sono ora in Parlamento. Invito i gruppi parlamentari a confrontarsi con la massima speditezza. Possiamo migliorare il diritto societario introducendo modelli di governance più snelli ed efficienti, che potranno rendere più competitivo il nostro ordinamento giuridico e potranno attirare più facilmente investitori italiani ed esteri.

G) Introdurremo una seria riforma fiscale. Non possiamo più permetterci un fisco iniquo e inefficiente. L’attuale disciplina fiscale è un dedalo inestricabile. Sono cinquant’anni che non si interviene più con una riforma organica, ma ci si affida a interventi che operano sovrapposizioni e stratificazioni. Dobbiamo avere il coraggio di riordinare il sistema delle deduzioni e delle detrazioni: l’equità e la progressività del sistema tributario passano anche da questo intervento. Dobbiamo fare pulizia, distinguendo i debiti recuperabili da quelli che non lo sono e rendere più trasparente la giustizia tributaria. Queste azioni costituiranno la struttura portante del nostro «recovery plan».

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