Politica
Coronavirus, il grido dalla zona rossa: "Qui vogliamo tornare a lavorare"

Intervista esclusiva a Guido Guidesi, il deputato della Lega di Codogno
Guido Guidesi, deputato della Lega ed ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega ai Rapporti con il Parlamento, è in quarantena a Codogno, Lodi, da ormai dieci giorni. Con un'intervista esclusiva ad Affaritaliani.it racconta come si vive nella zona rossa del coronavirus, che cosa ha bisogno il territorio del Lodigiano, che cosa sta facendo e non sta facendo il governo e che cosa si aspetta per i prossimi giorni.
Come si vive al decimo giorno di quarantena? Come passa le sua giornata nella zona rossa?
"Cerco di essere d'aiuto in stretto contatto con i sindaci, la Regione, la prefettura, le autorità sanitarie e le associazioni di categoria. Cerchiamo di risolvere cose che una volta erano normali e che in questa situazione divengono problemi insormontabili".
Pensa che la zona rossa andrà avanti anche dopo questa domenica e magari per tutto marzo? Avete indicazioni?
"Dipenderà dalle valutazioni delle autorità sanitarie, alcune restrizioni sono comprensibili altre però il governo deve alleggerirle, tipo aziende della zona rossa con lavoratori residenti in zona rossa devono poter lavorare perché lasciando le cose così l'economia locale viene distrutta e il governo deve assumersi qualche responsabilità. Il territorio è lasciato solo ed è oramai evidente a tutti che non siamo noi il problema, ma è molto molto più grande.Comunque mi auguro che da lunedì torni un po' la normalità".
Guido Guidesi con il sindaco di Codogno a Radio Zona Rossa
Secondo lei tutta la Lombardia dovrebbe diventare zona rossa? Che cosa chiede al governo e al premier Conte? Sentite la presenza delle istituzioni in questo momento difficile o siete stati abbandonati?
"Stiamo facendo di tutto per contenere il contagio, lo facciamo con grande responsabilità e senso civico, il sacrificio della nostra gente non può non essere compensato, il Lodigiano e la Lombardia stanno facendo da diga all'Europa e lo facciamo da soli con un governo che non si assume responsabilità e che elemosina le partite Iva obbligate a tenere chiuso. Le pare normale 500 euro al mese per tre mesi? E' meno del reddito di cittadinanza, una presa in giro. Qui servono fondi per investimenti, zona economica speciale, defiscalizzazione, cancellazione delle imposte sugli straordinari. Servono misure per ripartire subito post-emergenza sanitaria. Sono 10 giorni che aspettiamo segnali dal governo e dalla UE, ciò che è stato fatto fin qui è una presa in giro. Da noi ci sono persone che hanno perso i familiari e non hanno potuto nemmeno salutarli perché in ospedale non si entra e i funerali sono ritenuti potenziali assembramenti di persone. Capisce? Abbiamo consegnato al governo le nostre proposte da una settimana, se la coperta è corta si facciano allungare la coperta dalla Commissione europea. A scuola mi hanno insegnato che la Comunità Europea si basava sulla solidarietà dei popoli che la compongono, se è così è il momento di dimostrarlo. Non accettiamo prese in giro, il sacrificio che la nostra comunità sta facendo non può non essere compensato".
Guido Guidesi con il sindaco di Casalpusterlengo e i volontari della protezione civile
Che cosa direbbe a Giuseppe Conte se le telefonasse in questo momento?
"Di vergognarsi, il suo tentativo della scorsa settimana di circoscrivere tutte le responsabilità all'ospedale di Codogno è un insulto non solo al personale sanitario ma a tutta la comunità. E' solo grazie alla professionalità dei nostri medici che oggi stiamo cercando di contenere il contagio e sia chiaro a tutti che il primo caso certificato di contagio non è detto sia il primo caso di contagio in Italia. Per cui dobbiamo dire grazie ai nostri operatori sanitari. Conte impari da questa comunità: responsabilità, poche parole e fatti. Noi non saremo il suo capro espiatorio".