Covid, gli ultimi provvedimenti violano lo Stato di diritto - Affaritaliani.it

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Covid, gli ultimi provvedimenti violano lo Stato di diritto

Avvocati per le libertà di

Dopo le (ennesime) misure urgenti varate per il contenimento dell’epidemia Covid non rimane argine per la violazione dei diritti fondamentali dell'individuo

Covid, misure urgenti per il contenimento dell’epidemia: l'appello degli Avvocati per le Libertà contro l'ultimo decreto legge

A pochi mesi dall’entrata in vigore del primo decreto Green pass, D.L. 23 luglio 2021, n. 105, gli Avvocati per le Libertà (APL) non possono non tornare a prendere posizione rispetto alle nuove normative introdotte con il decreto legge n. 01/2022, esprimendo biasimo e disapprovazione.

Ogni argine posto a tutela dei diritti fondamentali dell’individuo e dello stato di diritto, infatti, con la nuova normativa in commento sembra essere stato travalicato e travolto.

Dall’uso disinvolto della decretazione d’urgenza, diventato ormai sovvertimento assoluto dell’iter costituzionale della creazione delle leggi, all’abbattimento del principio dell’habeas corpus, l’attuale governo con le normative in commento sembra ignorare secoli di evoluzione giuridica delle democrazie occidentali.

Ed invero, a chi scrive sembra di scorgere un evidente cambio di ratio in quest’ultimo provvedimento legislativo.

Con il primo decreto Green Pass dell’agosto 2021, gli obblighi imposti avevano lo scopo di rendere sicuro il luogo di lavoro, a tutela degli altri. Preservare la salute pubblica, inibendo il contagio ed il diffondersi del virus sembrava essere la ragione di fondo dei provvedimenti in parola.

Ebbene, ora tale previsione e tale giustificazione, alla luce proprio degli ultimi dati ISS del 05 gennaio 2022, che vedono il 77% di contagiati al SARS - COV-2 tra i vaccinati, pare non aver più alcun senso giuridico e sanitario: il vaccino sembrerebbe avere il solo scopo di difendere il singolo dalle conseguenze gravi dell’infezione e l’obiettivo conseguente di “mantenere aperte le attività produttive”.

L’obbligo vaccinale introdotto, però, risulterebbe tollerabile solo a queste condizioni: a) se la legge impositiva prevedesse, come stabilito dalla Corte Costituzionale con giurisprudenza costante, un equo indennizzo per danni da reazioni avverse e se gli effetti avversi stessi fossero in generale di poca importanza e di breve durata, cosa del tutto esclusa secondo i rapporti AIFA sul punto; b) se la vaccinazione impedisse la propagazione del contagio, con vantaggio certo per  la salute collettiva, giammai per proteggere il singolo dalla malattia, peraltro, come appare ormai evidente ai più, solo per pochi mesi.

Non vi è chi non veda che in tal modo, viene introdotto un vero e proprio trattamento sanitario obbligatorio. Il vaccino in commento diventa cioè un trattamento medico. Si impone qualcosa non per tutelare gli altri, ma per tutelare se stessi.

Peraltro, per gli under 50, l’obbligo surrettizio suddetto, verrà applicato attraverso il ricatto del Green Pass - semplice, super o iper - in piena violazione dell’articolo, 32 della costituzione ultima parte (art.32 Costituzione 2° co., seconda parte: la legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana) oltre che dell’articolo 3 della Costituzione, data la assurda differenziazione tra ultra ed infracinquantenni nell’intento di arginare i contagi, intento espresso in tutti i decreti legge in subiecta materia adottati sino ad oggi.

In contrasto, quindi, con tutta la storia giuridica occidentale, il corpo non appartiene più al singolo individuo ma ad uno stato che esclude il singolo dalla vita sociale e lavorativa, laddove non si adempia alle normative di volta in volta elaborate.

Tale cambio di paradigma dovrà essere esplorato dalla giurisprudenza delle giurisdizioni superiori. 

(segue)