Dl Sostegni bis, Mattarella bacchetta Draghi: "Troppi commi fuori tema"
Mattarella: più razionalità nella decretazione d'urgenza, valuterò rinvio alle camera
Dl Sostegni: Mattarella ha inviato a Draghi e ai presidenti del Senato della Repubblica una lettera in cui afferma che nel decreto-legge ci siano troppi commi fuori tema con la finalità della legge
Nel giorno del suo ottantesimo compleanno e alla vigilia dell’inizio del semestre bianco, dopo i numerosi biglietti di auguri ricevuti, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha scritto una lettera al Governo e al Parlamento. “Mi è stata sottoposta in data odierna, per la promulgazione, la legge di conversione del decreto-legge 25 maggio 2021, n.73, recante ‘Misure urgenti connesse all’emergenza da COVID-19, per le imprese, il lavoro, i giovani, la salute e i servizi territoriali’. Ho provveduto alla promulgazione in considerazione dell’imminente scadenza del termine per la conversione e del conseguente alto rischio, in caso di rinvio, di pregiudicare o, quantomeno, ritardare l’erogazione di sostegni essenziali per milioni di famiglie e di imprese”.
Comincia così la lettera che Sergio Mattarella ha inviato ai presidenti del Senato della Repubblica, Maria Elisabetta Alberti Casellati, della Camera dei Deputati, Roberto Fico, e al presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, contestualmente alla promulgazione della legge di conversione del decreto legge 25 maggio 2021, n.73, recante “Misure urgenti connesse all’emergenza da COVID -19, per le imprese, il lavoro, i giovani, la salute e i servizi territoriali”. “La consapevolezza della straordinarietà e della gravità del momento che il Paese sta attraversando per le conseguenze economiche e sociali dell’emergenza pandemica, tutt’ora in corso, nonché della necessità di attuare speditamente il programma di investimenti e riforme concordato in sede europea non può, peraltro, affievolire il dovere di richiamare al rispetto delle norme della Costituzione”, avverte il Presidente della Repubblica.
“Avverto”, prosegue, “la responsabilità di sollecitare nuovamente Parlamento e Governo ad assicurare che, nel corso dell’esame parlamentare, vengano rispettati i limiti di contenuto dei provvedimenti d’urgenza, come già richiesto con analoga lettera dell’11 settembre 2020. Come rilevato dal Comitato per la legislazione della Camera dei deputati, quello in questione è un 'provvedimento governativo ab origine a contenuto plurimo', volto alla finalità unitaria di introdurre misure di sostegno economico in relazione all’emergenza dell’epidemia. Anche riguardo a questi casi, la Corte costituzionale, da ultimo con la sentenza n. 247 del 2019, ha chiarito che il potere di emendamento parlamentare deve intendersi limitato a 'disposizioni che siano coerenti con quelle originarie o dal punto di vista oggettivo e materiale, o dal punto di vista funzionale e finalistico’”.
“Con la sentenza n.32 del 2014, la Corte Costituzionale, dichiarando illegittime alcune norme introdotte in sede di conversione di un decreto-legge, ha sottolineato che la legge di conversione 'segue un iter parlamentare semplificato e caratterizzato dal rispetto di tempi particolarmente rapidi, che si giustificano alla luce della sua natura di legge funzionalizzata alla stabilizzazione di un provvedimento avente forza di legge, emanato provvisoriamente dal Governo' e che dalla sua connotazione 'derivano i limiti alla emendabilità del decreto-legge’. La legge di conversione non può quindi aprirsi a qualsiasi contenuto ulteriore”. “Il testo che mi è stato trasmesso”, si legge ancora, “contiene 393 commi aggiuntivi, rispetto ai 479 originari. Tra le modifiche introdotte ve ne sono alcune che, alla luce del disposto costituzionale e della ricordata giurisprudenza costituzionale, sollevano perplessità in quanto perseguono finalità di sostegno non riconducibili all’esigenza di contrastare l’epidemia e fronteggiare l’emergenza, pur intesa in senso ampio, ovvero appaiono del tutto estranee, per finalità e materia, all’oggetto del provvedimento”.
"Per quanto riguarda le mie responsabilità - scrive ancora - valuterò l'eventuale ricorso alla facoltà prevista dall'articolo 74 della Costituzione nei confronti di leggi di conversione di decreti-legge caratterizzati da gravi anomalie che mi venissero sottoposti. Anche tenendo conto che il rinvio alle Camere di un disegno di legge di conversione porrebbe in termini del tutto peculiari, alla luce della stessa giurisprudenza della Corte costituzionale, il tema dell'esercizio del potere di reiterazione, come evocato in una lettera del 22 febbraio 2011 del Presidente Napolitano".
Commenti