Politica
Ddl Zan, Draghi novello Ponzio Pilato nello scontro con il Vaticano

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Forse era l'unica scelta possibile per il premier, scelta sicuramente comoda
Nello scontro tra il Vaticano e una parte politica, Pd di Enrico Letta in testa, sul ddl Zan e il contrasto all'omofobia il premier Mario Draghi, tirato per la giacchetta da destra e da sinistra, sceglie la strada più semplice, quella di vestire i panni di novello Ponzio Pilato. "Il nostro è uno stato laico, non è uno stato confessionale. Quindi il Parlamento è libero di discutere", ha affermato in Senato il presidente del Consiglio. Praticamente una tautologia, una ovvietà tanto banale quanto scontata. Poi la vera frase pilatesca: "Il governo non entra nel merito della discussione. Questo è il momento del Parlamento, non è il momento del governo".
In sostanza, il capo dell'esecutivo se ne lava le mani (per evitare di diventare il bersaglio di una o dell'altra parte) e infatti sono subito ripartiti i vari fronti contrapposti: Pd e M5S che vogliono andare avanti e Centrodestra sulle barricate. Non c'è niente da fare, ogni volta che c'è un argomento spinoso, divisivo e potenzialmente esplosivo per il governo il premier non sceglie. Alza le mani e lascia che i partiti si scannino. Forse è l'unica strada, visto il suo ruolo superpartes, ma è anche quella più comoda e rinunciataria.