Delega export, è scontro nel governo. Di Stefano (5S) insidia Scalfarotto (IV) - Affaritaliani.it

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Delega export, è scontro nel governo. Di Stefano (5S) insidia Scalfarotto (IV)

Caos nel governo sulle politiche per il commercio con l’estero, materia che da gennaio passerà dal ministero dello Sviluppo Economico a quello degli Esteri. La delega che deve assegnare il nuovo titolare della Farnesina, Luigi Di Maio, è diventato un caso: il candidato iniziale a seguire la materia, il sottosegretario renziano Ivan Scalfarotto, potrebbe essere scavalcato dal pentastellato Manlio Di Stefano.

Sembrava tutto fatto per Scalfarotto, anche per il suo passato al commercio estero al Mise, con apprezzamenti dal mondo delle imprese, ma l’uscita dei renziani dal Pd e la nascita di Italia Viva hanno rimesso in discussione gli accordi nella maggioranza e ora spera nel sorpasso Di Stefano, tra gli ispiratori del blitz che un mese fa ha spostato il commercio estero alla Farnesina e ora coadiuvato nel ruolo di capo segreteria da Sergio Maffettone, ex braccio destro di Michele Geraci (sottosegretario leghista al Mise nel Conte I).

Il punto - scrive Il Sole 24 Ore - è che l’incidente politico sulla delega non è senza conseguenze. Le imprese arrancano, anche perché in attesa di chiarezza non può essere convocata la Cabina di regia che dopo l’estate fissa paesi e settori strategici per le iniziative promozionali. A chi fare riferimento? Nelle settimane scorse è stato Stefano Buffagni, viceministro al Mise e vicinissimo a Di Maio, ad accompagnare le imprese nel Business forum che si è svolto a Tianjin, in Cina.

Nel frattempo, in assenza di un politico delegato, è stato il rappresentante dell’Italia a Bruxelles, Maurizio Massari, a partecipare al primo incontro informale tra i ministri Ue del commercio estero. E ieri Di Stefano ha presenziato alla IX Conferenza Italia-America Latina e Caraibi dove sono stati affrontati anche temi di business. Complica tutto, poi, il processo di transizione delle competenze che dal primo gennaio passeranno dal Mise al Maeci.

Il decreto legge, ora in Senato, prevede fino a 107 unità dell’organico da trasferire. Ma, al momento, meno di 40 persone si sarebbero dichiarate disponibili al trasferimento. Sono in arrivo anche emendamenti al decreto con i quali il Mise proverebbe a conservare in extremis le competenze sui finanziamenti Simest-Sace oltre a tutti i capitoli di spesa relativi alla Camere di commercio all’estero.

Ma, al di là delle modifiche al dl, il cambiamento sembra preludere a mesi di incertezza. Non si sa ad esempio quando sarà convocata la Cabina di regia interministeriale e se il documento che ne costituisce la base, preparato dal Mise ad agosto, si può ritenere ancora valido. In quel testo si elencavano 15 Paesi prioritari per l'anno prossimo, oltre ai mercati Ue “maturi”. Si fissavano anche un “Piano speciale Export Africa” e una lista di una decina di missioni di sistema.