Politica
Elezioni anticipate nel 2022? Cresce l'ipotesi.Asse Conte-Letta-Salvini-Meloni

Il puzzle si lega a doppio filo con la partita per l'elezione del nuovo presidente della Repubblica
Sottotraccia. Dietro le quinte. Rigorosamente off the record, ovvero a microfono spento. Chiacchierando con diversi parlamentari, maggioranza e opposizione, Centrodestra e Centrosinistra, appare evidente che piano piano cresce il partito trasversale delle elezioni politiche anticipate nel 2022. La partita si lega a doppio filo con quella del nuovo inquilino del Quirinale. Sergio Mattarella, come ha scritto Affaritaliani.it (clicca qui per leggere l'articolo) non sembra avere alcuna intenzione di accettare il bis, e anche Mario Draghi - dicono i beninformati - preferirebbe completare il suo ruolo a Palazzo Chigi fino al termine della legislatura (2023) e potrebbe accettare il Colle soltanto se gli venisse chiesto da tutte le forze politiche dell'attuale maggioranza.
Con i numeri dei grandi elettori in Parlamento che si equivalgono è quasi impossibile ipotizzare un Presidente chiaramente schierato di qua o di là, serve necessariamente una soluzione di compromesso. E sono in molti a pensare all'ex presidente della Camera Pierferdinando Casini, che non a caso non porta da mesi di politica interna, e che ha un passato nel Centrodestra e poi è stato eletto con le liste del Pd e ha votato in diverse occasioni la fiducia all'esecutivo Conte II. Non è facile però che il M5S e Fratelli d'Italia convergano sul nome di Casini. E' del tutto evidente che se alla fine, obtorto collo, si arrivasse a chiedere a Draghi di spostarsi al Quirinale le porte delle urne si spalancherebbero. Un puzzle complesso che comincia a far riflettere segretari di partito e semplici parlamentari sotto l'ombrellone.
A spingere verso il voto anticipato, oltre all'ipotesi Draghi Capo dello Stato, sono una serie di variabili politiche. Come noto Giuseppe Conte ha tutto l'interesse a capitalizzare la sua popolarità da ex premier, prima che scenda, e non può attendere il 2023. Tra i deputati e i senatori pentastellati, molti contrari alle elezioni, almeno un 30% sarebbero fedelissimi di Conte. Ma non va dimenticato che anche nel Partito Democratico circa il 65% dei parlamentari non è lettiano e fa parte, seppur con modalità differenti, della minoranza ex renziana. E' così che sono in molti a pensare che il segretario, salvo una clamorosa sconfitta nel collegio di Siena, possa puntare alle elezioni nel 2022 per poter fare lui le liste e piazzare in Parlamento solo fedelissimi.
A destra tutti sanno che Giorgia Meloni andrebbe al voto anche domattina, mentre Matteo Salvini, spinto dalla della Lega meno governativa (Borghi, Bagnai, Siri...) vedrebbe con favore le urne nella prossima primavera per evitare un altro anno di pericoloso logoramento al governo con Pd e M5S che inevitabilmente favorisce Fratelli d'Italia. Sul no alle elezioni restano Forza Italia, Italia Viva e tutte le forze di centro da +Europa ad Azione passando per Coraggio Italia. Non è certo detto che la legislatura si interrompa un anno prima della scadenza, ma più passano più più questa eventualità prende corpo.