Europa in frantumi divisa su tutto. A Meloni (e non solo) sta bene così. "Irritazione" di Mattarella e Marina Berlusconi - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 19:05

Europa in frantumi divisa su tutto. A Meloni (e non solo) sta bene così. "Irritazione" di Mattarella e Marina Berlusconi

La figlia del Cav pronta per la politica. Flop Ue a Bruxelles

Di Alberto Maggi

Varato il 19esimo (inutile) pacchetto di sanzioni contro la Russia

Giorgia Meloni è arrivata a Bruxelles, per il Consiglio europeo che si è tenuto oggi e che ha varato il 19esimo (inutile) pacchetto di sanzioni contro la Russia, con il mandato della maggioranza di Centrodestra (condiviso e voluto dalla stessa presidente del Consiglio) di non accettare mai e poi mai il voto a maggioranza per i 27 dell'Unione europea sposando così la linea del veto anche di un solo Paese portata avanti dal primo ministro ungherese Viktor Orban.

Non solo. Sull'utilizzo dei beni russi congelati all'estero per aiutare militarmente l'Ucraina, il Belgio, Stato non certo amico di Mosca e di Vladimir Putin ma che ha gran parte di queste risorse proprio nella sua capitale (sede anche dell'Unione europea), si oppone fermamente (perché ovviamente ci perderebbe in termini economici e finanziari). Proprio sul conflitto Ucraina-Russia e sull'eventuale invio di truppe, l'Ue va in ordine sparso con l'Italia che assolutamente non intende mandare soldati mentre la Francia del debolissimo Emmanuel Macron è pronta a schierarsi in prima fila (come se al fronte dovesse andarci lui).

E ancora. Meloni ha promosso un pre-vertice con tredici Paesi sul contrasto all'immigrazione clandestina e sui rapporti con i Paesi nordafricani, il tutto al di fuori di quello che è il vero e proprio Consiglio europeo. Poco prima di mezzogiorno una nota di Palazzo Chigi ha informato che "il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, ha incontrato oggi a Bruxelles la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen.

Al centro del colloquio, le priorità italiane in vista dell’odierno Consiglio Europeo, a partire da competitività, transizione climatica e semplificazione. Il Presidente Meloni ha inoltre ribadito la necessità di urgenti provvedimenti a sostegno del settore automobilistico e delle industrie ad alto consumo energetico, in particolare sul fronte della riduzione dei prezzi dell’elettricità", conclude la nota.

Traduzione: assolutamente no all'attuale Green Deal. No categorico, vanno difese le aziende delle auto e non la sfrenata corsa all'elettrico e all'ecologismo ideologico. Una linea condivisa anche dal cancelliere tedesco Friedrich Merz, che sa bene quanto abbia sofferto la Germania per le regole Ue (vedi la crisi di Volkswagen) ma ostile alla posizione dei Paesi del Nord Europa. Anche sull'utilizzo dei fondi coesione, punto sul quale Meloni spinge per sostenere il comparto dell'automotive, le divisioni sono abissali. Insomma, non c'è un argomento - includendo anche i rapporti con gli Stati Uniti di Donald Trump - sul quale i 27 Paesi dell'Unione siano d'accordo. Di fatto, un disfacimento dell'Europa.

Se non ufficiale quantomeno ufficioso. Il tutto con la forte, fortissima, irritazione della famiglia Berlusconi e in particolare della primogenita del Cavaliere e fondatore di Forza Italia, Marina, sempre più intenzionata a scendere direttamente in politica per arginare una deriva a destra e anti-Ue che al gruppo Mfe (Fininvest-Mediaset) non piace affatto.

Una linea che trova anche sponde su canali ovviamente non ufficiali, al Quirinale. E, come tutti sanno, il Presidente Sergio Mattarella ha un canale privilegiato con Dario Franceschini (ex Margherita con il Capo dello Stato) che non ama affatto gli estremismi. Né quelli di destra di Meloni, né quelli di sinistra di Elly Schlein a ruota del M5S e di AVS.

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