Politica

Europee, parla Castelli (ex Lega): "Io in lista con Cateno De Luca"

di Gabriele Penna

Sud Chiama Nord e Nord risponde: lo strano "incastro" che preoccupa la Lega

Europee, Cateno De Luca e Roberto Castelli insieme alle elezioni

Uno strano incastro. Sud chiama Nord e il Nord risponde. È nato oggi, a Montecitorio, un progetto difficile da immaginare fino a qualche anno fa. Cateno De Luca, sindaco sanguigno di Taormina, e Roberto Castelli, ex ministro della Giustizia e leghista della prima ora, hanno siglato un patto che porterà i rispettivi movimenti a correre insieme alle prossime elezioni europee.

Sud Chiama Nord e Partito Popolare del Nord, come viene annunciato, si opporranno alle attuali politiche “liberticide” e "centraliste" dell’Unione europea e dello Stato italiano sotto la lista "Libertà".

Dal neonato progetto un nuovo rischio per Matteo Salvini? La paura di perdere ulteriori consensi a favore di una formazione che si dichiara federalista inizia a circolare. Una “morsa” che avanza da Sud e da Nord.

Raggiunto da affaritaliani.it, Roberto Castelli spiega perché ha deciso di accettare la proposta di De Luca: “Loro hanno un programma che parla di macroregioni per cui per noi è un invito a nozze”. L’ex ministro non perdona il segretario del Carroccio. “Salvini ha tradito abbandonando completamente i nostri ideali trasformando la Lega in un partito centralista” e “l’incontro con un partito al Sud che propugna le nostre idee ci dà la possibilità di presentarci alle elezioni europee”, perché “con questa operazione sulle schede ci sarà ancora la parola Nord”.

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Suona strano sentire un leghista vecchio stampo flirtare con chi oggi rappresenta un movimento meridionale. Forse è quello della vecchia Lega Nord il vero tradimento? “Non conta dove uno nasce ma quali idee politiche propone”, risponde Roberto Castelli, candidato capolista nel Nord-Ovest.

L’obiettivo auspicabile “è passare lo sbarramento, ma non nascondiamo che sarà molto difficile”. Magari togliendo qualche voto alla Lega di Salvini, “e che roba è?”, si chiede, “un partito centralista, non è più la mia Lega”. E la riforma Calderoli?

“Ho approfondito il tema. Viene fuori che è stato complicato inutilmente l’iter. La questione dei Lep fa diventare la riforma una farsa, perché non è scritta in Costituzione. Ricordo anche che è stata inserita una norma capestro in cui il presidente del Consiglio può intervenire ad libitum quando vuole per bloccare tutto”.

E Salvini salta? “Sì se va sotto il 6%. Ora cercano di resistere a tutti i costi, la classe dirigente farà quadrato, ma se non hai più i consensi salti. Sotto un certo livello un segretario non ce la fa più a tenere”.