Politica
Fase 2, regioni in pressing sul governo: "Riaperture dall'11 maggio"

Le regioni (non solo quelle di cdx): "Dateci più poteri, riaperture già da 11 maggio" ma Boccia risponde picche: "Si riparte dal 18 maggio". E' braccio di ferro
Nel corso della video-conferenza fra il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia e i presidenti di Regione escono due posizioni ben delineate e – per il momento – non conciliabili. "Poco fa la conferenza delle Regioni all’unanimità ha approvato un documento che chiede che fin da lunedi' 11 maggio si possa riaprire il commercio al dettaglio e che dal 17, quando scadrà il dpcm firmato il 26 aprile scorso, questa norma decada e venga totalmente attribuito alle regioni la responsabilita' di elaborare un calendario completo di riaperture sin dal 18 maggio" ha affermato il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, nel corso di un punto stampa, prima di tornare nella conferenza Stato-Regioni.
Picche ha risposto Francesco Boccia che ha ribadito “Dall'11 maggio partirà l'esame dei dati del monitoraggio in base ai criteri stabiliti dal ministero della Salute e in base ai risultati già dal 18 maggio saranno possibili riaperture differenziate a livello regionale”. Inoltre il ministro dem ha fatto presente come “l'ordinanza del sindaco di Ferrara (Alan Fabbri), come quella della Regione Calabria, non rispetta le norme e mette in pericolo la sicurezza dei lavoratori in quanto non segue le linee guida nazionali che si stabiliscono in accordo con le parti sociali e l'Inail”
Ma non sono solo i governatori di centrodestra a fare pressing sull’allentamento, “riapertura anticipata all'11 maggio per i negozi di vicinato in Toscana”, chiede il presidente della Regione Enrico Rossi che ha scritto oggi al presidente del consiglio Giuseppe Conte. "Caro presidente - scrive Rossi - ho apprezzato le sue dichiarazioni sulle aperture anticipate e differenziate sulla base della situazione epidemiologica regionale. Le scrivo, nel merito, per proporle di valutare una soluzione per la nostra Regione che potrebbe riguardare 18.204 esercizi di vicinato, con volumi inferiori ai 300 metri quadrati".
L’obiettivo dell’11 maggio è stato fissato anche dal presidente del Friuli Venezia Giulia Fedriga che ha unanimemente convenuto su questa necessità e sull'istanza che dal 18 maggio sia data possibilità alle Regioni di disporre delle restanti aperture con proprie ordinanze. "Ieri - ha reso noto Fedriga - ho ricevuto una delegazione di commercianti, liberi professionisti e rappresentanti degli esercenti che si occupano di servizi alla persona: mi hanno esposto le loro ragioni molto compostamente, ma ho colto un disagio montante che temo tra poco non sara' piu' gestibile".
Nell’arco della mattina si era fatto sentire in tale direzione, nel consueto punto stampa a Marghera, il presidente del Veneto Luca Zaia, "Il primo giugno e' assolutamente inopportuna come data per un'apertura ancora parziale tra l'altro. Il quadro sanitario ed epidemiologico e' del tutto cambiato rispetto a 15 giorni fa. E ovviamente per apertura intendo anche delle spiagge e di tutto il prodotto turistico, non solo perche' sono in ginocchio ma anche perche' in spiaggia con regole minimali si puo' mantenere le distanze".