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Politica
Fisco, Forza Italia non cede: "No ad aumenti di tasse, è un principio sacro"
Alessandro Cattaneo

Delega fiscale, Alessandro Cattaneo (FI): “Sui nostri principi non deroghiamo. Nessuno vuole mandare a casa Draghi, ma la responsabilità non deve stare solo da una parte”.
 

Lo scontro sul fisco rimane acceso. Nell’agenda di Draghi c’è sì l’incontro nella prossima settimana con i leader di maggioranza (e quindi con quelli di Lega e Forza Italia che ne hanno fatto richiesta), ma non c’è traccia di alcun cambio di programma. Il presidente del Consiglio ha ripetuto più volte, infatti, che sulla delega fiscale si andrà avanti. Di fronte a un simile irrigidimento delle posizioni, dunque, un rischio crisi è dietro l’angolo? Affaritaliani.it ne ha parlato con il deputato azzurro Alessandro Cattaneo, membro della commissione Finanze. Il coordinatore nazionale dei dipartimenti di FI ed ex sindaco di Pavia, intervistato dal nostro giornale, dice subito: “Nessuno vuole mandare a casa Draghi, ma - avverte - la responsabilità non deve stare solo da una parte”.

Draghi ha più volte rassicurato che non ci saranno aumenti di tasse. Perché non bastano per voi e cosa vi aspettate di più dall’incontro con il premier?
Ci aspettiamo che nella delega fiscale ci siano nero su bianco queste assicurazioni. Chiediamo atti conseguenti ai principi che rivendichiamo. Secondo noi, invece, a oggi, a partire dal tema del catasto e fino alla questione della tassazione duale, ci sono degli approcci che possono generare aumenti di tasse. Sia sulla casa e sia sulle rendite dei risparmi degli italiani. Su questi principi non deroghiamo.

Come se ne esce, allora, visto che Palazzo Chigi ha intenzione di tirare dritto sulla riforma?
Confidiamo che questo confronto possa far sì che ci sia una mediazione. Non comprendiamo infatti perché con il M5s e il Pd i punti di caduta si trovino sempre. Su un tema delicato come le spese militari, quando Conte ha alzato la voce, un accordo si è raggiunto in 24 ore. E, invece, così non è su questioni quali il catasto. La verità è un’altra.

Quale?
Qualcuno si illudeva forse che facendo passare del tempo il centrodestra dimenticasse la questione. E, invece, sui principi noi non siamo disposti a cedere.

Per il segretario del Pd Letta, sulle tasse il vostro e quello della Lega è “terrorismo comunicativo”. Come replica?
E’ la solita sinistra, non serve dire altro. Aggiungo solo che Letta, poco prima di accusarci di essere terroristi mediatici, aveva parlato della redistribuzione della ricchezza quale priorità. E redistribuzione della ricchezza vuol dire nuove tasse. Un’operazione di verità, insomma. La sinistra, poi, c’è da dire anche che ha sempre un concetto deformato della ricchezza perché i ricchi sono magari la classe media che prende 2 mila euro al mese e che comunque è la più tartassata negli ultimi 20 anni. Se Letta ha questa legittima posizione, noi ne abbiamo una diametralmente opposta perché pensiamo invece che la ricchezza vada ricreata e che serva un fisco che la incoraggi e non che la soffochi.

In realtà, ieri è stato il direttore dell’Agenzia delle Entrate Ruffini a smontare la battaglia sulle tasse, spiegando che la delega fiscale congelerebbe tutti quegli aggiornamenti del catasto che oggi sono costanti. Come la mettiamo?
Questa è una falsità, io ho fatto il sindaco e posso testimoniare che il catasto non si aggiorna da anni proprio perché è un sistema complesso e delicato. C’è una legge del 2004 che doveva dar seguito ad aggiornamenti periodici, ma quando sono stati fatti hanno aperto la strada a contenziosi e problematiche di varia natura. Ecco perché oggi tutto questo non si fa. E siccome non si fa, due sono i casi: o ci sono problemi oggettivi o l’Agenzia delle Entrate non fa fino in fondo il suo mestiere.

Una cosa è certa: Draghi non farà passi indietro. Forza Italia, da partito che si definisce responsabile, cosa farà? Si spingerebbe fino a provocare una crisi?
La responsabilità, sia chiaro, sta nel mezzo. Una mediazione si trova se ciascuno è disposto a cedere qualcosa. E, fino a ora, Palazzo Chigi non ha ceduto nulla sul catasto. E’ andato alla prova di forza. Però il ragionamento da fare è un altro.

Si spieghi.
C’è bisogno, nel mezzo di una guerra e di una pandemia, che un Governo nato per rispondere alle emergenze si occupi di temi divisivi? Nessuno vuole mandare a casa Draghi, siamo noi quelli che per primi lo hanno indicato come la persona più autorevole per guidare l’esecutivo. Quello che diciamo è solo di trovare una soluzione, come si è fatto in tante altre situazioni.

Lei parla di temi divisivi. E’ vero pure, tuttavia, che c’è di mezzo il Pnrr. La delega fiscale rientra tra le riforme necessarie per realizzare gli obiettivi del Piano.
La delega, ma non il catasto. E su questo abbiamo registrato solo forzature. A giugno, dopo sei mesi di lavoro con i commissari in Finanze, avevamo chiuso un documento che non conteneva la riforma del catasto. Che invece poi è spuntata nella delega, senza tener conto - in maniera offensiva - di quanto fatto in Commissione. E’ questa è solo la prima forzatura.

Le altre?
C’è stato il passaggio in Cdm con alcuni ministri che si sono astenuti. E poi è iniziata la prova muscolare col voto degli emendamenti a maggioranza risicatissima, alcuni sono passati per un voto. Per tacere dei nostri tentativi di mediazione, per esempio con le modifiche sugli immobili non accatastati e sull’abusivismo: neanche questo andava bene. Insomma, è da mesi che c’è un atteggiamento di chiusura totale, che noi non comprendiamo.

I ministri azzurri sono dello stesso avviso, secondo lei?
Possono esserci sensibilità diverse, ma alla fine la linea è quella che Berlusconi ha dato in maniera chiara. Sulle tasse parla per lui una storia di 28 anni. D’altronde, è grazie ai nostri governi se soprattutto quelle sulla casa sono sempre state tolte. E noi, ribadisco, non abbiamo alcuna intenzione di violare questo principio sacro.
 

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