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Politica
Fondazione olimpica, un altro amico di Malagò va ai Giochi

Nuovo vertice a Milano nelle scorse ore dei soggetti promotori delle Olimpiadi invernali 2026 Milano-Cortina alla presenza del ministro delle Politiche giovanili e sport Vincenzo Spadafora che ha aggiornato i presenti sul percorso della Legge olimpica, in attesa del varo della Fondazione olimpica, il cui primo consiglio di amministrazione si svolgerà il 17 febbraio (quando la Prefettura di Milano avrà dato il proprio benestare allo statuto e ai vertici della Fondazione stessa).

In rappresentanza del governo nel consiglio di amministrazione della Fondazione olimpica il ministro Spadafora ha nominato Valerio Toniolo, alto funzionario dello Stato per i Beni culturali. Secondo quanto riporta Il Fatto Quotidiano "il rappresentante appena nominato dal governo vanta un legame con Giovannino, come lo chiamano a Roma gli amici". Valerio Toniolo, come si diceva "indicato da Palazzo Chigi come 'alto funzionario dello Stato per i Beni culturali' dove è entrato ai tempi di Rutelli (stesso Ministero da cui arriva il capo di gabinetto dello Sport, Giovanni Panebianco), nel suo curriculum annovera Conservatorio di Firenze, Teatro di Ostia Antica, associazione Bonacultura, neanche una traccia di sport. Ma c'è pure un'esperienza forse più preziosa: dal 200 al 2004 è stato amministratore unico di Palmarolo Srl, specializzata nella commercializzazione del marchio Ferrari. In passato proprietario del 50% della società era proprio Malagò, che del resto con la sua Samocar, l'azienda di famiglia, è uno dei principali concessionari del Cavallino. Adesso si sono ritrovati nel cda di Milano-Cortina".

"Del resto la Fondazione che gestisce fondi privati, circa un miliardo, per l'organizzazione dei Giochi (finanziamenti e opere pubbliche spettano invece a una partecipata statale) - prosegue Il Fatto Quotidiano - assomiglia sempre più ad una rimpatriata tra amici. Di Malagò, ovviamente. Dei 22 membri, per statuto, 10 spettano al Coni (e al Cip, comitato Paralimpico) fortunata circostanza che rende la carica di presidente praticamente vitalizia (per revocarlo ci vuole una maggioranza di due terzi), e la somma a quella di n.1 del Comitato olimpico, dove Malagò potrà fare un terzo mandato fino al 2025"

Malagò intanto nel Cda "ha comunicato che rinuncerà al suo stipendio da presidente".

 

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