Giustizia, Meloni non vuole lo scontro totale: Mattarella arbitro - Affaritaliani.it

Politica

Giustizia, Meloni non vuole lo scontro totale: Mattarella arbitro

Di Giuseppe Vatinno

La premier userà la tattica del bastone e della carota. Il capo dello Stato arbitro per spegnere la lite coi magistrati

Scontro sulla giustizia tra Meloni e magistrati 

Giorgia Meloni, dopo quasi un anno di governo, ha “perso l’innocenza” ed ha incocciato la magistratura, una esperienza che prima o poi ogni politico deve fare. Il suo rito di iniziazione però è stato particolarmente traumatico, perché ha ricevuto tre siluri invece di uno solo, come in genere avviene.

Il primo è stato la vicenda della ministra Daniela Santanchè. Quando la Legge attacca un ministro è sempre un problema, se non altro perché si pone il dilemma se appoggiarlo oppure no. Poi, contemporaneamente, dalla tolda di comando di Palazzo Chigi, la Meloni ha visto arrivare un altro siluro: quello della vicenda relativa ad Andrea Delmastro ed infine è arrivato un terzo ordigno, relativo questa volta al Presidente del Senato e cofondatore di Fratelli d’Italia Ignazio La Russa con il figlio indagato per stupro.

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Iniziamo dal primo. La ministra del Turismo è indagata da nove mesi per bancarotta fraudolenta e falso in bilancio per le vicende del gruppo editoriale Visibilia, che lei stessa ha fondato. In sé un reato non rilevantissimo che inizialmente poteva anche prevedere l’abbandono al suo destino della Santanchè.

In generale, infatti, è difficile tenere a bordo un ministro indagato, perché si è fatti segno dalle opposizioni di continui attacchi ed anche a livello internazionale non si fa certo una bella figura. Ma poi, subito dopo è  avvenuto il caso del Sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, accusato di rivelazione di segreto d’ufficio per la nota vicenda di Giovanni Donzelli e dell’anarchico Alfredo Cospito.