Politica
Giustizia, Meloni non vuole lo scontro totale: Mattarella arbitro

La premier userà la tattica del bastone e della carota. Il capo dello Stato arbitro per spegnere la lite coi magistrati
Delmastro aveva raccontato a Donzelli, con cui divide l’abitazione, informazioni coperte da segreto ma Donzelli il giorno dopo le aveva rivelate in Parlamento. In questo caso la vicenda sembrava conclusa con la richiesta di archiviazione da parte della Procura di Roma ma il Gip ha disposto l’imputazione coatta, cioè la celebrazione del processo penale.
LEGGI ANCHE: La Russa Jr, giallo sull'accusa di stupro: ecco cosa non torna sulla denuncia
Invero, molto raramente il Gip ricorre a questo istituto giuridico. Per questo Giorgia Meloni, diversamente dal caso Santanchè, ha drizzato le antenne ed ha reagito in maniera molto decisa contro la Magistratura.
Poi, quando tutto sembrava finito, è arrivato il terzo ordigno e cioè la vicenda del figlio di Ignazio La Russa, Leonardo Apache, accusato di violenza sessuale in una vicenda che ricorda quella del figlio di Beppe Grillo, Ciro. Il combinato disposto delle tre iniziative giudiziarie ha fatto pensare alla Meloni che ci fosse un attacco in atto.
E così è uscita, in maniera del tutto inusuale, una nota attribuita a non meglio identificate “fonti di Palazzo Chigi”, che recita: «È lecito domandarsi se una fascia della magistratura abbia scelto di svolgere un ruolo attivo di opposizione. E abbia deciso così di inaugurare anzitempo la campagna elettorale per le elezioni europee». Quello che colpisce è la mancanza del nome e soprattutto che si tratti di una delle più alte fonti istituzionali mentre ci si aspettava dalla Meloni una replica solo a livello politico.
Invece così si apre un conflitto tra Poteri dello Stato che non promette nulla di buono ed è proprio quello che il premier non voleva, per non ricadere nei conflitti di Berlusconi che lo hanno visto impegnato per decenni e che –in un certo senso-continuano tuttora dopo la sua scomparsa. Oltretutto Fratelli d’Italia è sempre stata percepita come una forza politica assai prossima alla Magistratura. Non per niente la Meloni ripete spesso che lei ha iniziato a fare politica proprio grazie alle figure dei giudici Falcone e Borsellino e al loro impegno.
La Meloni ha quindi dissotterrato l’ascia di guerra ed ha attaccato ulteriormente: "Chi spera di poter mettere in discussione il governo sarà deluso. Io non posso impedire che cerchino di farci cadere, ma il tentativo non arriverà in porto. Andremo avanti con le riforme perché le ritengo necessarie per il bene del Paese, a cominciare da quella della giustizia".