La situazione politica si ingarbuglia. Come anticipato ieri da Affaritaliani.it, il Pd sta facendo pressioni, insieme ai 5 Stelle, affinché il presidente del Consiglio salga tra oggi e domani al Quirinale per rassegnare le dimissioni e favorire così la nascita del cosiddetto Conte ter. Ma le posizioni sono al momento divergenti.
Il Partito Democratico, come hanno fatto capire sia il segretario Nicola Zingaretti, sia Goffredo Bettini, sia altri esponenti autorevoli, punta al reincarico per allargare la maggioranza sia a Italia Viva sia a un gruppo più o meno nutrito di 'costruttori-responsabili'. Non a caso il Governatore del Lazio ha affermato che "il Pd sta lavorando per garantire una base parlamentare ampia, europeista e con un programma autorevole".
Sul fronte opposto, dal Movimento 5 Stelle fanno sapere che "non esiste allo stato l'ipotesi" della quarta gamba centrista, "non ci sono i numeri in Parlamento", e quindi l'unica soluzione è la riproposizione dell'alleanza con Italia Viva, ovviamente dopo il passaggio delle dimissioni formali di Conte al Colle che allontani il pericolosissimo passaggio della relazione sulla giustizia del ministro Alfonso Bonafede.
Terza posizione differente quella di Palazzo Chigi dove, dicono, il premier non è assolutamente convinto di ricucire con Renzi e Iv e continua a volersi affidare ai 'costruttori-responsabili' per l'allargamento della maggioranza. "Speriamo che finisca bene, siamo sull'olo del baratro", commenta un parlamentare della maggioranza. Senza i renziani, infatti, il rischio è quello di un Conte ter debolissimo e che potrebbe cadere proprio sulla relazione sulla giustizia di Bonafede, o su altro, magari solamente qualche giorno più tardi.
Se ci fosse una bocciatura dell'esecutivo in Aula, spiegano fonti qualificate, a quel punto si aprirebbero molti scenari, dalla ricerca di un altro presidente del Consiglio allo scioglimento delle Camere e al voto anticipato già in aprile.
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