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Politica
Il governo Mattarella-Draghi come Totò sulla nave che affonda

A un marinaio che gli grida "Scappa! Non vedi che la nave affonda?", Totò, meravigliato, risponde "E che me ne frega, a me! Mica è mia la nave!"


Pre-intervista alla Meloni

Ho già ricordato la barzelletta in cui Totò, su una nave che sta affondando, continua tranquillamente a divertirsi giocando a carte, mentre passeggeri ed equipaggio corrono disperati, per cercare di mettersi in salvo. A un marinaio che gli grida "Scappa! Non vedi che la nave affonda?", Totò, meravigliato, risponde "E che me ne frega, a me! Mica è mia la nave!"

Chi è, attualmente, l'allegro Totò della nave Italia? Il nostro governo (Mattarella, Draghi, Speranza, Conte e i sottoposti Salvini e Berlusconi) che, mentre la nave affonda, s'impegna anche in una guerra per difendere la democrazia mondiale. Mentre sprofondiamo, Letta c'alletta invitandoci a votarlo, con la promessa che aumenterà le tasse.

Ho anche sottolineato che quello che Franco Battaglia su La Verità, definisce l'unico "neo" della Meloni (essere favorevole all'invio di armi e soldi a Zelensky) può portare il Cdx a una catastrofica vittoria di Pirro, perché tutti "sentono" che Salvini e più di lui Berlusconi, sarebbero contrari, per più motivi, a continuare ad appoggiare Zelensky che respinge l'ipotesi di un secondo referendum, sapendo che lo riperderebbe: Viva la democrazia strabica!

Ad aggravare la sua posizione, appena caduto il governo, parlando a nome del Cdx e da Presidente in pectore, Giorgia ha tenuto a ribadire la fedeltà dell'Italia alla Nato, mentre dovrebbe essere chiaro a tutti i politici che pensano al futuro, che la politica seguita dalla Nato non può che far aumentare progressivamente la probabilità di una guerra nucleare, aumentando il numero delle nazioni aderenti e con interventi militari non previsti dalle motivazioni iniziali (attacco a un paese membro, cosa non avvenuta nelle ultime tre guerre).  

Poiché siamo in tanti a ritenere che il problema di gran lunga più importante, urgente e drammatico che abbiamo, sia la guerra in corso, perché Affaritaliani, invece di aspettare il prossimo 26 agosto, non anticipa una rapidissima mini-intervista all'aspirante Prima Donna costringendola a spiegare, senza fare l'anguilla, quale sarebbe la linea di un governo di Cdx, nel caso, probabilissimo, di un ulteriore aggravamento del conflitto? 

Si capiscono le ragioni per le quali, ormai in aperta campagna elettorale, nel dibattito nei partiti, tra partiti e schieramenti e nelle trasmissioni politiche, manchi totalmente l'argomento "in caso di vittoria, quale atteggiamento sulla guerra in corso?"                     

Si litigherebbe per davvero e sul punto più importante. Aumenterebbero le pressioni internazionali e saremmo visti ancora di più, come l'anello debole e i possibili nuovi traditori.

Chiedere alla Meloni "Per il bene degli italiani, la sua linea sarebbe o no "Guerra fino alle estreme conseguenze"? La metterebbe nella condizione di dire "La guerra continua... " alla Badoglio. Ma basterebbe che dicesse "Vedremo...", per essere sommersa dagli insulti di tanti politici, ma non penso delle piazze. 

Noi però, abbiamo o non abbiamo il diritto d'essere informati su questo punto, prima del voto?

Ricordo anche che il merito della domanda più importante sul nostro aiuto a Zelensky, è di Antonio Padellaro, che disse immediatamente, all'inizio, "D'accordo sull'aiuto. Ma fino a quando?"                                                                                                                               
Credo che, prima del voto, sarebbe onesto e indubbiamente utile per le liti successive, far assumere ai votanti la loro responsabilità sul problema, ripeto ancora, più importante e drammatico che abbiamo di fronte.

Se la Meloni, ma anche Salvini e Berlusconi, non chiariranno, al più presto possibile, questo punto vitale, non resterà, a tanti, che guardare verso Santoro, Paragone e Diego Fusaro (Ancora Italia) o altri che si sono espressi​ chiaramente contro questa guerra.

L'importante, in una situazione simile, in cui si ipotizza addirittura un altro governo Draghi con Letta e Meloni come vice, non è sentirsi di destra o di sinistra, avendo questi schieramenti tradizionali, spesso, un programma simile (Poltrone&Poltrone), ma essere contro la prosecuzione di una guerra che non dovrebbe riguardarci. Che non ci riguardava dall'inizio e sui motivi della quale la stragrande maggioranza di noi, politici compresi, sapeva ben poco. Dopo sei mesi, gli italiani conoscono molto meglio la storia complessa dell'Ucraina e possono giudicare meglio anche l'attuale Presidente Zelensky.

Migliori conoscenze senz'altro utili per un più consapevole e motivato schieramento,  anche da parte di chi riteneva giusto il nostro intervento.  

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