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Politica
Governo sottosegretari. Nomi, partiti e poltrone. Molti colpi di scena: lista

 

A meno di un'accelerazione improvvisa, secondo fonti di maggioranza, sembra difficile che si riesca a chiudere oggi sulla squadra dei sottosegretari. Forse servirà qualche ora in più. Sul tavolo del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Roberto Garofoli, i 'desiderata' delle varie forze politiche. I partiti, in questi giorni, si sono mossi sulla falsa riga di quote tutte 'politiche': 11 o 12 posti per i grillini, 7 o 9 per la Lega e per il Pd, 7 a FI, 2 a Italia viva, 1 a LeU come agli altri cespugli centristi. Senza fare i conti sulla possibilità che alcune caselle possano essere indicate dal premier Mario Draghi. In primis al Mef. Qui il presidente potrebbe indicare una sua figura di riferimento. Ma anche le forze politiche puntano a loro rappresentanti a via XX Settembre a maggior ragione per la presenza di un ministro 'tecnico'. Nei 5 Stelle, per dire, viene dato in pole il ritorno di Laura Castelli al Mef. Così come il Pd punta alla riconferma di Antonio Misiani. Ma c'è anche la Lega a spingere per un suo esponente al Mef e si fa il nome di Massimo Bitonci. E non solo. Matteo Salvini è in pressing per 'tornare' al Viminale. Il nome che circola è quello di Stefano Candiani, meno 'divisivo' dal punto di vista dei dem di Nicola Molteni ma, proprio in virtù del possibile ingresso di un leghista all'Interno, il Pd vorrebbe mantenere un suo esponente e nel caso Matteo Mauri, già viceministro nel Conte 2. Un'altra casella che i dem puntano a riconfermare è quella dell'Editoria con Andrea Martella.

Per quanto riguarda i 5 Stelle, oltre alla Castelli al Mef, si parla per la Giustizia di Francesca Businarolo che però deve vedersela con l'ex-capogruppo, Gianluca Perilli, in un dicastero cruciale per i grillini che dovranno mettere in sicurezza le loro battaglie, a partire dalla riforma della prescrizione. Altra battaglia da difendere: quella del reddito di cittadinanza e per il dicastero del Lavoro, guidato dal dem Andrea Orlando, si fa il nome della deputata Maria Pallini, nel team del futuro proprio come 'facilitatrice' delle tematiche sul lavoro. Per lo Sviluppo economico si fa il nome di Carla Ruocco, anche se sulla deputata 'pesa' il fatto di essere presidente della commissione di inchiesta sulle banche e lasciare quel posto aprirebbe una nuova partita in Parlamento in un Movimento già alle prese con troppe tensioni. L'ex viceministro Giancarlo Cancelleri potrebbe essere confermato ai Trasporti, ma non è escluso che lasci per il dicastero del Sud, un passaggio che suonerebbe tuttavia come una deminutio. Per il dicastero guidato da Mara Carfagna, si parla anche della deputata Gilda Sportiello. All'Interno, dopo il passo indietro di Crimi che ieri si è congedato dallo staff del Viminale, dovrebbe tornare a spuntarla Carlo Sibilia. Pierpaolo Sileri potrebbe restare con Roberto Speranza alla Salute, per la Scuola 'scalpita', stando almeno ai rumors interni, Luigi Gallo, ma potrebbe spuntarla anche l'ex sottosegretario alla Cultura nel primo governo Conte Gianluca Vacca. Alla Difesa ci potrebbe essere il ritorno di Angelo Tofalo. La senatrice Alessandra Maiorino potrebbe approdare al dicastero per le disabilità. Infine, per affiancare Luigi Di Maio alla Farnesina nel Movimento se la giocano in due, due ex: la viceministra Emanuela Claudia Del Re o Manlio Di Stefano.

In casa Pd si fanno i conti tra riconferme, parità di genere ed equilibri interni. Un puzzle per tenere insieme le diverse spinte tra le componenti dem con l'attenzione a 'riequilibrare' la delegazione dopo la nomina di ministri tutti uomini. Potrebbero essere riconfermate le uscenti Marina Sereni (Esteri), Anna Ascani (Scuola), Sandra Zampa (Salute), Simona Malpezzi (Rapporti con il Parlamento), Lorenza Bonaccorsi (Cultura), Francesca Puglisi (Lavoro) Alessia Morani (Mise). Ma nel 'totosottosegretari' dem ci sono anche Marianna Madia (Economia o Innovazione tecnologica), Valeria Valente (Giustizia), Susanna Cenni (Agricoltura) e Titti Di Salvo. Ci sono poi le tre postazioni che i dem vorrebbero riconfermare appunto Misiani, Mauri e Martella. Per Leu, come per gli altri 'piccoli' come Maie, +Europa, centristi, Autonomie, potrebbe esserci un sottosegretario. Dalla riduzione della quota M5S, in Italia Viva si conta di avere almeno un posto in più: due nomine di sottogoverno. Tra i nomi che circolano ci sono quelli di Lucia Annibali (Giustizia) e Gennaro Migliore, Daniela Sbrollini allo Sport. Ma i renziani puntano a ministeri economici: Luigi Marattin il nome più accreditato sebbene dovrebbe lasciare la presidenza delle Finanze alla Camera, ma si parla anche di Daniela Conzatti e Mauro Marino per il Mef. Sul fronte del centrodestra, ieri la Lega ha reso pubblica la lista dei 'desiderata': oltre al Viminale, si punta a un coinvolgimento ad Ambiente, Infrastrutture, Agricoltura e Scuola. I nomi che circolano sono appunto quello di Stefano Candiani all'Interno, Massimiliano Romeo all'Agricoltura o all'Innovazione, Lucia Borgonzoni all'Istruzione, Massimo Bitonci appunto all'Economia, Nicola Molteni che dall'Interno potrebbe essere spostato all'Agricoltura.

Nella lista proposta dalla Lega c'è anche Giulia Bongiorno corre per un posto a largo Arenula e Luca Coletto con Roberto Speranza alla Salute. Altri nomi di leghisti si fanno per il Mae, con Di Maio ministro: tra questi Guglielmo Picchi, deputato e già sottosegretario agli Esteri con il Conte 1 e l'attuale vicepresidente della Commissione Esteri di Montecitorio, Paolo Formentini. Probabile l'arrivo di Edoardo Rixi al Mit, come sottosegretario del ministro 'tecnico' Giovannini. Continuano a circolare i rumors su Massimiliano Romeo, capogruppo al Senato, in corsa ai Rapporti con il Parlamento, con il riconfermato ministro pentastellato Federico D'Incà. In questo caso, Gian Marco Centinaio andrebbe a fare il capogruppo a palazzo Madama. Passando a Forza Italia, in lizza per un posto di sottogoverno ci sarebbero, tra gli altri, i senatori Francesco Battistoni, fedelissimo di Antonio Tajani (Agricoltura), Gilberto Pichetto Fratin (in pole per un ruolo 'economico' vista l'esperienza maturata nelle commissioni Finanze, Lavoro-Politiche sociali e Sviluppo economico di palazzo Madama) e Dario Damiani, vicecoordinatore regionale in Puglia. Come quote rosa si fanno i nomi delle senatrici Gabriella Giammanco e Alessandra Gallone. Tra i deputati papabili, il portavoce unico dei gruppi parlamentari, Giorgio Mulè, il responsabile Sanità del partito Andrea Mandelli, il responsabile Giustizia Francesco Sisto, uno dei fedelissimi di Arcore ed esperto di politica estere, Valentino Valentini, Matteo Perego di Cremnago e Andrea Ruggieri. Tuttavia per quanto riguarda gli azzurri, c'è anche un'altra casella disponibile se Fi riuscirà a mantenerla: quella della vicepresidenza della Camera lasciata dalla Carfagna. Si voterà mercoledì e al momento girano tre nomi di donne azzurre: Prestigiacomo, Bergamini e Calabria. Ma si fa anche il nome di Simone Baldelli. Altro nome in ballo, quello del leghista Lorenzo Fontana, ma solo se si trovasse intesa su un cambio di accordi a più livelli, con Fi disponibile a lasciare il passo.

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