Il caso degli studenti delinquenti. Protetti da sinistra, puniti da destra - Affaritaliani.it

Politica

Il caso degli studenti delinquenti. Protetti da sinistra, puniti da destra

Di Giuseppe Vatinno

Valditara: “Chi colpisce un professore colpisce lo Stato”

Il Pd grida al regime perché la Polizia ha manganellato i facinorosi torinesi. E cosa avrebbe dovuto fare?

Il ministro Giuseppe Valditara è stato chiaro: “chi colpisce un professore colpisce lo Stato”. Sembra un proclama dei tempi delle Brigate Rosse ma il senso è quello di far capire che chi presta la sua opera per lo Stato è protetto dallo Stato, sembrerebbe una banalità, un sillogismo ma purtroppo in questa Italia attuale, come in quella degli anni ’70, nulla è scontato e va ribadito e dichiarato ai quattro venti.

Il governo di centro – destra sta cercando di raddrizzare un immane “legno storto” per dirla alla Kant: la Scuola italiana. Alberaccio irsuto e malandato, versa da tempo in uno stato pietoso. Dopo decenni di degrado iniziato con “l’anno della prova della distruzione del mondo” (copyright di un insospettabile Nanni Moretti), cioè il ’68, l’istituzione scolastica è andata via via degradandosi e sfaldandosi. La Scuola non ha più alcune autorità. Si è cominciato con stupidaggini come il “6 o il 18 politico” e si è finito con sputare addosso ai professori o a sparargli pallinate di aria compressa.

E dietro a tutto questo c’è una sinistra cialtrona che ha barattato il merito con l’uguaglianza facendo quello che ha sempre fatto e cioè pareggiando il tutto verso il basso, perché naturalmente è più facile per questi cantori del politicamente corretto. Risultato pratico: hanno distrutto l’Italia. Eh sì, perché se si distrugge la scuola si distrugge la classe dirigente del futuro. E infatti abbiamo avuto –ed abbiamo tutt’ora- ondate di emeriti asini dovuti ai voti politici elargiti a piene mani da professori che non volevano rischiare la pelle con i delinquentelli.

Ed ora che il governo tenta di riformare seriamente la scuola, di raddrizzare le scempiaggini che l’hanno distrutta, la sinistra, di nuovo insorge. Il Pd grida al regime perché la Polizia ha manganellato i facinorosi torinesi. E cosa avrebbe dovuto fare? Aprirsi come una torta Saint Honoré e fare passare i teppisti anti - Meloni? Il Partito democratico ha subito declamato in versi (la solita solfa): che “prevenire è meglio di reprimere” mentre il governo vuole prendere serie misure definitive per arginare il degrado.

Ogni giorno, insieme alle notizie di femminicidi, ascoltiamo notizia inquietanti di professori oltraggiati, malmenati, derisi, sbeffeggiati da studenti che non sono studenti, nonostante il nome, ma solo teppisti travestiti da studenti. Questi fatti si sono già verificati nella Storia italiana. Negli anni ’70 –ad esempio- non passava giorno che le Facoltà fossero occupate da facinorosi violenti che impedivano anche agli altri studenti di assistere alle lezioni.

La cosa in un certo senso divertente è che allora il PCI era egemone –come oggi il PD- nella cultura e aveva piazzato presidi di Facoltà universitarie ovunque. Ad esempio a Roma c’erano fior di cattedratici che erano sì comunisti ma che erano anche uomini delle Istituzioni nella loro più alta rappresentazione, ad esempio quella universitaria. Alla rossissima Fisica -un capodipartimento che fu anche ministro- chiamò la polizia a sgombrare la Facoltà a manganellate. Si trattava allora di una sinistra responsabile, che rispettava le Istituzioni. Ora il Pd parteggia vergognosamente per gli studenti appoggiando anche le azioni dei più violenti, il tutto in nome del Dio Voto. E non osiamo pensare che cosa succederebbe oggi se tornassero le Brigate Rosse, da cui il PCI prese sempre nettamente le distanze.