Il commento/ D'Alema rimpiange i vecchi partiti? "Nostalgia canaglia"
Secondo Massimo D'Alema, intervistato da Alan Friedman, "finché l'Italia è stata guidata dai partiti, è andata bene. Quando i partiti sono andati in crisi, per la corruzione, per la caduta dei valori, dei principi, delle ideologie, è cominciato il declino del Paese".
Non sono, tuttavia, da annoverare tra le "benemerenze" dei vecchi partiti il vertiginoso aumento del debito pubblico, la scarsa attenzione alla "questione morale", la lottizzazione, con il rigido ricorso al "manuale Cencelli", delle imprese pubbliche, in primis la RAI, la promozione di personaggi, scelti non sulla base dei loro meriti, ma dell'obbedienza ai rispettivi "azionisti" politici di riferimento.
Forse, l'unica stagione riformatrice fu quella del centrosinistra, nei lontani anni 60 : statuto dei diritti dei lavoratori, legge-ponte, attuazione delle Regioni, divorzio. Allora, tuttavia, il PCI di Massimo D'Alema, giovane dirigente della FGCI, era schierato all'opposizione contro quei governi, formati dalla DC di Moro, dal Psi di Nenni e dai partiti laici minori.
Pietro Mancini