Politica
Il dilemma Giani tormenta il Pd: gelo con Schlein, veti e manovre in vista delle Regionali
Il percorso verso quel trionfo alle prossime elezioni regionali da parte del centro sinistra, troppe volte annunciato, sembra improvvisamente farsi maledettamente accidentato

Il dilemma Giani tormenta il Pd
Quando il presidente della Toscana Eugenio Giani, la settimana scorsa, inaspettatamente si è presentato agli Studios di Via Tiburtina a Roma, dove si teneva la conferenza del Pd sulle politiche industriali, in platea è calato il gelo. Elly Schlein quando è entrata in sala, dopo un primo momento di sorpresa, non ha potuto fare altro che salutarlo calorosamente a favore di telecamere. Ma il chiarimento che il presidente della Toscana chiedeva non c’è stato.
“Qualche battuta l'abbiamo scambiata", ha poi detto Giani, lasciando gli Studios dove era intervenuto poco prima a nome dei governatori del centrosinistra. Ma le posizioni, a quanto risulta, restano ancora molto distanti. E a riprova di ciò a stretto giro sono arrivate le reazioni irritate della direzione del partito in Toscana, che hanno fatto uscire una nota per esprimere "irritazione e sbigottimento per le fughe in avanti" di Giani.
Il riferimento era all'annuncio dei giorni scorsi, quando il governatore ha ufficializzato di voler correre di nuovo, ma anche il blitz agli studios di Via Tiburtina, non ha stemperato le tensioni all’interno del partito in regione. D’altra parte, non è certo una novità che né la Schlein, né tantomeno il segretario del partito in Toscana, Emiliano Fossi, non vorrebbero ricandidare l’attuale governatore.
“Sento di avere tanto consenso, tanto sostegno nel Pd, nella coalizione", ha detto il governatore della Toscana dopo la conferenza. Ma in realtà il consenso è solo da parte della base del partito, ma non certo dai vertici. E poi, almeno per ora, a Giani manca l’appoggio di Sinistra italiana e dei cinque stelle.
Ma "più della metà dei sindaci toscani e tanti esponenti della società civile hanno fatto appelli perché si chiarisse questo quadro - ha sottolineato - Sul territorio si vive questa necessità di un passo avanti". Quello che Giani sperava di compiere agli Studios.
Invece Schlein non ha affatto sciolto le sue tante riserve: "Siamo al lavoro per chiudere le alleanze vincenti nelle sei regioni - ha ribadito - Ci stiamo lavorando con spirito unitario e con tutto il partito coinvolto".
C’è l’impressione che il Pd stia valutando un’alternativa a Giani per superare lo stallo. Si parla di colloqui con l’attuale governatore, con l’idea di proporgli - ad esempio - un posto a Montecitorio per convincerlo a rinunciare alla candidatura. Questa scelta aprirebbe la strada a quello che molti considerano il vero nome di punta della segretaria Schlein: Emiliano Fossi, fiorentino classe 1973, già sindaco per due mandati di Campi Bisenzio e, dal 2023, segretario del partito dopo la vittoria di Schlein alle primarie.
Questa scelta sarebbe anche avvalorata da Italia Viva di Matteo Renzi, e avrebbe già avuto un primo avallo anche dai cinque stelle. La Toscana insomma dovrebbe diventare una sorta di laboratorio per la prospettiva di un'alternativa nazionale al governo di centro destra.
Ma resta da superare l’ostacolo della base del partito che vuole che il candidato del centro sinistra resti Giani. Ad alimentare le polemiche poi sono arrivate le indagini per corruzione che hanno colpito la sindaca del Pd a Prato, Ilaria Bugetti, costretta a dimettersi.
Una grana in più che certo non facilita la riconferma dell’attuale governatore. Ma l’impasse in Toscana rischia anche di bloccare le altre regioni al voto, prima tra tutte, la Campania, dove Vincenzo De Luca, non ne vuole proprio sentire, di dare il suo assenso alla candidatura dell’ex presidente della camera il grillino, Roberto Fico.
Mentre in Puglia, si sta assistendo a quella che sembra una vera e propria guerra di bande tra l’ex governatore Nichi Vendola, quello uscente Michele Emiliano e il candidato in pectore, Antonio De Caro. Mentre nelle Marche, Matteo Ricci, avrebbe anche lui creato malumori nella coalizione e all’interno del Pd.
Insomma, il percorso verso quel trionfo alle prossime elezioni regionali da parte del centro sinistra, troppe volte annunciato, sembra improvvisamente farsi maledettamente accidentato. Dal partito democratico, qualcuno comincia ad avanzare dubbi sulla gestione, definita quantomeno confusa, delle candidature da parte della segreteria del partito.
“La segretaria alla fine dei conti sta mostrando ancora una volta la sua inadeguatezza a guidare la coalizione. E quello che sta accadendo in Toscana, ma anche in Puglia, lo sta dimostrando chiaramente”, dice un deputato dell’ala riformista, la parte più critica all’interno del partito nei confronti della segretaria, che per ora guarda un con un po’ di sgomento a quello che sta accadendo, ma che è pronta a fare risentire forte la sua voce di dissenso, in caso di inciampi alle prossime regionali.