Politica

Elezioni, incredibile: Letta riesce a farsi “serenizzare” anche da Calenda

Di Giuseppe Vatinno

Inutile girarci attorno: l’ex ministro dello Sviluppo Economico sta “circuendo” il Partito Democratico per tenersi stretta la poltrona

Elezioni politiche 2022, Calenda "serenizza" Letta

Era prevedibile. Appena entrato in coalizione con il Partito democratico Carletto Calenda ha messo i piedi nel piatto ed ha cominciato a farla da padrone, come se il vero segretario del Pd non fosse Enrico Letta ma lui. Ora, dati i precedenti renziani, è meglio che il segretario vero stia sul chi va là o rischia una nuova “serenizzazione” de facto. L’iperattivismo del Churchill dei Parioli è infatti incontenibile ed ha offuscato in poco tempo il vero leader che non sa più che fare per contenerlo. Calenda ha iniziato da subito ad attaccare Giorgia Meloni rea di avergli risposto per le rime sui suoi titoli per governare l’Italia. Ma la Meloni è la leader del principale partito italiano e il confronto può avvenire solo con un pari grado, e cioè Enrico Letta. Ma lui niente.

È inarrestabile, una vera furia della natura, una slavina, una cascata del Niagara, un toro arrapato. Parla in continuazione, esterna, si agita, suda, sbuffa è ovunque in Tv. A poco lo vedremo proporsi come mediatore tra Zelensky e Putin. Si dice che Twitter non sappia più che fare, peggio di Donald Trump. Stanno cercando dalla California di capire il fenomeno e chi sia questo italiano iperattivo che drena tutte le risorse del famoso social, mettendo in crisi anche l’informazione sulla guerra e sul Covid.

Del resto bisognava prevederlo. Una volta che ti metti in casa uno come lui sei finito. Ti porta via tutto, pure i sottobicchieri. Non c’è speranza di limitarlo. C’è tuttavia da riconoscergli una invidiabile capacità volitiva che forse è il portato darwiniano di decenni di umiliazioni e trombature, come quando dovette fare il portaborse a Luca Cordero di Montezemolo e della sua fantomatica Italia futura. Il tutto per nascondere che Azione è nata solo come corrente del Pd che Calenda ha sistematicamente ricattato dopo aver lucrato un seggio a Strasburgo.

Altro che terzo polo con Renzi, altro che visione liberal – democratica, altro che turbocapitalismo e Istituto Bruno Leoni, altro che nucleare e termovalorizzatori. Calenda non ha una idea politica coerente che non sia quella di salvarsi le sue prosperose terga e – se possibile - rimpinguarle ancor di più. L’ex ministro viene dai Parioli, il quartiere ricco di Roma e con i due nonnetti che si è ritrovato e la mamma regista è stato facile far carriera. Ma per lui vale un motto che più che ai Parioli è relegato ai quartieri assolati, assetati e polverosi di Roma est e cioè: “Franza o Spagna basta che se magna”.