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L’intelligenza artificiale è legge: arriva il via libera del Senato. Ecco cosa prevede il testo
Con 77 voti favorevoli, 55 contrari e 2 astensioni, il Senato approva in via definitiva il disegno di legge delega sull’intelligenza artificiale. Il testo, composto da 28 articoli, punta a regolamentare l’utilizzo dell’AI

Giorgia Meloni comunicazioni Senato
L’Italia detta le regole sull’AI: approvata la legge delega
È stato approvato dal Senato il disegno di legge delega sull’AI con cui il governo Meloni mira a regolamentare e contenere l’utilizzo dell’Intelligenza artificiale. Il testo, composto da 28 articoli, ha ottenuto l’approvazione finale a Palazzo Madama con 77 voti favorevoli, 55 contrari e 2 astensioni.
«La straordinaria rivoluzione dell’Intelligenza artificiale ha bisogno di argini per far correre il cambiamento in sicurezza e grazie al lavoro del governo adesso sono in vigore misure adeguate per proteggere i cittadini dai rischi connessi», ha affermato Alberto Barachini, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’informazione e all’Editoria.
Ecco cosa prevede il testo
Stando all’articolo 3 della legge delega sull’AI “deve essere assicurata, quale precondizione essenziale, la cybersicurezza lungo tutto il ciclo di vita dei sistemi e dei modelli di intelligenza artificiale per finalità generali, secondo un approccio proporzionale e basato sul rischio, nonché l’adozione di specifici controlli di sicurezza, anche al fine di assicurarne la resilienza contro tentativi di alterarne l’utilizzo, il comportamento previsto, le prestazioni o le impostazioni di sicurezza”.
Di fondamentale importanza anche l’articolo 5, il quale prevede un impegno maggiore da parte dello Stato e delle autorità pubbliche, soggetti che “facilitano la disponibilità e l’accesso a dati di alta qualità per le imprese che sviluppano o utilizzano sistemi di intelligenza artificiale e per la comunità scientifica e dell’innovazione”.
Per ciò che concerne il mondo lavoro, profondamente influenzato dall’AI, il disegno di legge all’articolo 12 stabilisce: “Al fine di massimizzare i benefici e contenere i rischi derivanti dall’impiego di sistemi di intelligenza artificiale in ambito lavorativo, è istituito presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali l’Osservatorio sull’adozione di sistemi di intelligenza artificiale nel mondo del lavoro, con il compito di definire una strategia sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale in ambito lavorativo”.
Di particolare rilevanza anche il tema investimenti nell’AI, per il quale viene “autorizzato, fino all’ammontare complessivo di un miliardo di euro, l’investimento, sotto forma di equity e quasi equity, nel capitale di rischio direttamente o indirettamente di” PMI e aziende ad alto potenziale tecnologico. Il sottosegretario con delega all’Innovazione digitale, Alessio Butti ha puntualizzato: «Alle imprese diciamo con chiarezza: investite in Italia. Troverete una governance affidabile, regole trasparenti e un ecosistema pronto a sostenere progetti concreti in tutti i settori chiave del Paese».
A seguire, nell’articolo 26 viene trattata una delle questioni più delicate degli ultimi anni, ossia quella dei rischi collegati ai deepfake. A tal proposto la norma recita che “chiunque cagiona un danno ingiusto ad una persona, cedendo, pubblicando o altrimenti diffondendo, senza il suo consenso, immagini, video o voci falsificati o alterati mediante l’impiego di sistemi di intelligenza artificiale e idonei a indurre in inganno sulla loro genuinità, è punito con la reclusione da uno a cinque anni. Il delitto è punibile a querela della persona offesa”.
“L’Italia è il primo Paese UE con un quadro nazionale pienamente allineato all’AI Act. È una scelta che riporta l’innovazione nel perimetro dell’interesse generale, orientando l’IA a crescita, diritti e la piena tutela dei cittadini”, ha concluso il Sottosegretario Alessio Butti.