Intercettazioni, pronta la riforma. "Oggi usate come strumenti politici"
"Servono regole. Le intercettazioni sono importanti: hanno portato grandi risultati nella lotta contro la criminalità organizzata o per i reati contro la Pubblica amministrazione. Non possono però diventare strumento di lotta politica". Ad affermarlo è il sottosegretario alla Giustizia, Cosimo Ferri, intervistato dal 'Quotidiano nazionale'. Sul caso che ha coinvolto il governatore siciliano Rosario Crocetta, Ferri sottolinea: "il procuratore di Palermo, Lo Voi, è un magistrato autorevole le sue dichiarazioni sono un punto di partenza per me. Ciò però non esclude che si tratti di una telefonata non inserita nel fascicolo: posso pensare che entrambi i soggetti dicano la verità".
"Gli operatori che maneggiano le intercettazioni sono tanti, per questo non si può individuare un colpevole - spiega il sottosegretario - È arrivato il momento di aprire una seria riflessione, cercando di trovare un punto di equilibrio tra tre principi: il rispetto della legalità e dunque dell'uso delle intercettazioni telefoniche. Poi, il diritto all'informazione e quello alla riservatezza".
A giudizio di Ferri la norma sull'utilizzo dovrebbe rimanere invariata, "per lavorare su una riforma che limiti la pubblicazione di quelle irrilevanti, che vanno distrutte. A monte ci deve essere un'udienza effettiva alla presenza delle parti che faccia da filtro, dove cioè si selezionino quelle rilevanti. Bisogna infine individuare un soggetto che sia responsabile degli atti" in modo che "chi sbaglia pagherà". Quanto alle proposte di intervento, contenute in una delega nel ddl sul processo penale all'esame della Camera, Ferri sostiene di non essere contrario allo stralcio, per evitare che "un capitolo tanto delicato, da sempre terreno di scontro, possa rallentare il cammino dell'intera riforma". Ma, conclude, "se restasse all'interno del ddl sarebbe già in una fase avanzata".