La causa civile tra Mattarella e Caruso, di Pietro Mancini
Quando Giulianone Ferrara, ex Pci e poi craxiano, fu nominato ministro dei Rapporti con il Parlamento del primo governo Berlusconi-Bossi-Fini, il giornalista ritirò le pendenti querele per diffamazione e le denunce di risarcimento in sede civile.
Non sarebbe un gesto apprezzabile ed elegante se il Presidente della Repubblica decidesse il suo ritiro dalla controversia, pendente presso il tribunale civile di Palermo, che oppone Sergio Mattarella e i figli del compianto fratello, Piersanti-allora Governatore della Sicilia, ucciso dai boss nel 1980-allo scrittore di Catania, Alfio Caruso, in passato giornalista del "Corriere del Sera", e la casa editrice Longanesi, che ha stampato il libro "Cose di Cosa nostra" ?
Il Capo dello Stato, che è anche presidente del Consiglio superiore della Magistratura, potrebbe astenersi dalla causa. E lasciare che provvedano, se decidono di continuare, i suoi nipoti a tutelare, in tutte le sedi, l'onorabilità dell'ex ministro, Bernardo Mattarella, padre di Sergio e Piersanti, e del nonno materno, Antonino Buccellato. Di quest'ultimo i querelanti e i loro difensori hanno, sempre, negato la parentela, seppure lontana, con l'omonimo boss mafioso della provincia di Trapani, don Nicola Buccellato.
Pietro Mancini