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Politica
La lite Biden-Putin agita Draghi. Guerra Fredda anche nel governo
DI MAIO INCONTRA BORRELL E PARLA DI RUSSIA PER NON DIRE QUASI NIENTE...

La convergenza raggiunta dall'Ue sul caso della detenzione dell'oppositore russo Aleksej Navalnyj e' molto importante: l'Italia ha appoggiato pienamente l'invio di un "segnale politico netto e unitario" dei 27 "anche attraverso nuove sanzioni". Lo ha affermato il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, dopo l'incontro di oggi alla Farnesina con l'Alto rappresentante per la politica estera dell'Ue, Josep Borrell. "Ora la sfida per l'Ue e' quella di delineare una strategia verso la Russia che, pur mantenendo una postura esigente sul tema dei diritti umani, preservi i cinque principi e guardi agli interessi europei di lungo termine. Cio' significa anche salvaguardare canali di comunicazione e cooperazione con Mosca nelle aree di nostro interesse", ha dichiarato il ministro degli Esteri.

Il clamoroso scontro da piena Guerra Fredda tra Stati Uniti d'America e Federazione Russa, che riporta indietro le lancette dell'orologio ai mitici primi anni '80 con il Muro di Berlino, il Patto di Varsavia e l'Unione Sovietica, mette in imbarazzo il presidente del Consiglio Mario Draghi e spacca l'eterogenea maggioranza di "alto profilo" voluta dal Capo dello Stato Sergio Mattarella.

Ufficialmente quasi nessuno ha voglia di entrare nello scontro tra Washington e Mosca, ma quell'accusa di "assassino" di Joe Biden rivolto a Vladimir Putin, con tanto di risposta 'specchio riflesso', ovvero "chi lo dice sa di esserlo", lacera l'esecutivo.

Dalle chiacchierate informali di Affaritaliani.it, emerge in modo chiarissimo come dal Partito Democratico di Enrico Letta e dai renziani di Italia Viva ci sia un appoggio totale e incondizionato alle parole del presidente americano. Un sostegno che sfiora l'ammirazione per il capo dello Casa Bianca, con tanto di commenti a microfono spento del tipo "bravissimo Biden", "ci voleva proprio" e "la Russia oggi è un serio problema per il mondo".

Il Movimento 5 Stelle, che esprime il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, il quale si guarda bene dal dichiarare sull'argomento (infatti incontrando Josep Borrell non ha minimamente toccato lo scontro in atto tra Biden e Putin, è cauto e pur confermando le critiche nei confronti del Cremlino - vedi box a destra), in particolare sulla vicenda del dissidente e leader dell'opposizione filo-occidentale Alexei Navalny - anche se non è questo il motivo dell'attacco di Biden, bensì le presunte interferenze russe nelle elezioni presidenziali Usa - non sposa pienamente la posizione americana.

Cautela arriva anche da Forza Italia. Silvio Berlusconi, d'altronde, aveva salutato con piacere la svolta alla Casa Bianca e l'arrivo di Biden al posto di Donald Trump, ma è anche amico personale da molti anni di Putin, tanto che sta spingendo per l'utilizzo del vaccino Sputnik anche in Italia. Imbarazzo e "speriamo che si calmino presto le acque" sono le parole più utilizzate tra i parlamentari azzurri.

Ben diversa la posizione dei leghisti. Rigorosamente a microfono spento, deputati e senatori del Carroccio parlano di "Biden che ha già superato nettamente Trump" e di "dichiarazioni irresponsabili che fanno salire la tensione internazionale in una fase già molto difficile per l'emergenza Covid". Non solo. Nella Lega c'è anche chi ironizza girando la questione sulla politica italiana, "ecco il democratico che tanto piaceva al Pd e a Renzi. Un guerrafondaio puro", affermano da Via Bellerio.

A complicare ulteriormente la situazione per il governo è arrivata la posizione della Cancelleria tedesca. La Germania accoglie con favore "il linguaggio molto chiaro" usato dal presidente americano Biden nei confronti della Russia, delle sue azioni in Siria e dei suoi tentativi di "influenzare le elezioni in Paesi terzi", ha affermato il ministro degli Esteri Heiko Maaas in una intervista a Deutsche Welle, aggiungendo tuttavia di non volere "commentare o valutare" il termine di "assassino" per il presidente russo Putin con il quale Biden si è detto d'accordo durante un'intervista alla Abc.

Questa situazione non può che mettere in imbarazzo Palazzo Chigi, già alle prese con la difficilissima stesura del Decreto Sostegni sul quale la maggioranza è divisa. Una polarizzazione dello scontro internazionale Usa-Russia con due partiti di governo su fronti opposti non può che alimentare le tensioni nell'esecutivo rallentandone l'azione. E' per questo che il premier Draghi si augura che nei prossimi giorni la questione si chiuda rapidamente senza ulteriori accuse e contro-accuse. Altrimenti la nuova Guerra Fredda scoppierà anche nel suo governo.

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