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Politica
"La paura della firma inchioda una nazione", la premier all'ANCI - Video

La Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è intervenuta con un videomessaggio all'assemblea annuale dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI)

Ha apero il suo intervento dichiarando l'intenzione del suo governo di "dare una nuova centralità ai comuni italiani".

Il tema della legge di bilancio è stato toccato più volte, a partire dal fatto di non essere presente fisicamente all’assemblea: "Sono dispiaciuta di non poter partecipare in presenza, non avrei mai mancato la presenza di persona, come sapete non siamo in una condizione di normalità. Il governo è nato in un periodo particolare per la nascita di un governo, in cui ci sono scadenze molto complesse su cui stiamo lavorando al massimo della velocità". 

Ha poi parlato del Pnrr, il piano nazionale di ripresa e resilienza: "Dobbiamo verificare con l'Ue le misure più idonee ad aggiornare il Pnrr. Come ha detto il presidente Mattarella, il Pnrr è un appuntamento che l'Italia non può eludere, una straordinaria opportunità per modernizzarla: perché le risorse non rimangano sulla carta sono importanti Comuni, Province e Regioni”.

A proposito delle riforme del presidenzialismo e dell’autonomia differenziata, ha detto: “Il nostro lavoro intende muoversi sulla base della Costituzione. La maggiore autonomia delle regioni non significa creare disparità tra i cittadini, ma consentire alle regioni che più sono indietro di recuperare".

Questo il passaggio centrale dell'intervento: "Penso che sia arrivato il momento di affrontare il tema della responsabilità degli amministratori locali. È assolutamente necessario, per come la vedo io, definire meglio, a partire dall'abuso d'ufficio, le norme penali che riguardano i pubblici amministratori, norme il cui perimetro è oggi così elastico da prestarsi a interpretazioni che sono troppo discrezionali". 

Meloni mette in guardia sul fatto che "in una Pubblica amministrazione intrisa di vincoli bruocratici, afflitta da ipertrofia amministrativa, i sindaci sono troppo spesso chiamati a interpretazioni che rendono rischiose le loro scelte e noi assistiamo al fenomeno della cosiddetta 'paura della firma'".   

 

"Un amministratore oggi non sa se il suo comportamento verrà domani giudicato come criminoso. La statistica la conoscete meglio di me, è drammatica: il 93% delle contestazioni di abuso d'ufficio si risolve con assoluzioni o archiviazioni".   

"Però, dal momento dell'avviso di garanzia all'archiviazione passano anni, reputazioni e famiglie vengono distrutte, perchè per una persona perbene ovviamente il processo è già una pena e io penso che non possiamo lasciare i nostri amministratori in balia di norme penali così elastiche da prestarsi a interpretazioni molto arbitrarie".

"Peggio ancora, non possiamo arrenderci alla paura della firma, perchè la paura della firma inchioda una nazione che invece ha un bisogno disperato di correre e di liberare le sue energie".   

E allora ecco che "bisogna mettere sindaci e amministratori locali in condizione di potere firmare serenamente, di sapere oggi per domani se quella firma costituisce o meno un reato, di avere certezze in merito al perimetro del lecito e dell'illecito".    

"Come dite voi molto spesso non si pretendono immunità funzionali, non si reclama impunità ma si chiedono regole certe per sapere quale sia il perimetro della legalità entro cui muoversi".   

Che significa "non salvaguardare i furbi ma tutelare gli onesti che vogliono fare bene il loro dovere e dare risposte ai cittadini e per questo il governo si metterà al lavoro per modificare una serie di reati contro la Pubblica amministrazione, a partire dall'abuso d'ufficio".

Infine ha lodato il ruolo dei sindaci: i sindaci, ha detto, affrontano i problemi "spesso con strumenti insufficienti" per dare "risposte efficaci" ma "se qualcuno ha paura di fare il sindaco meglio che faccia un altro mestiere". Poi li ha ringraziati per come hanno mantenuto la connessione coi cittadini. 

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Tags:
abuso ufficioancigiorgia meloni





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