Politica
Manovra, Meloni impone la linea del rigore. Poche modifiche in Parlamento. Tajani vince il braccio di ferro con Salvini
Vertice di maggioranza (a tratti teso): il dietro le quinte

La nota di Palazzo Chigi è chiara. Ecco che cosa cela
"Nel corso dell’incontro, proficuo e costruttivo, la maggioranza ha proseguito il lavoro sugli aggiustamenti alla legge di bilancio relativi anche ai temi oggetto di confronto negli ultimi giorni, tra cui: gli affitti brevi, l’estensione dell’iperammortamento, il regime fiscale sui dividendi, l’ampliamento esenzione dell’Isee sulla prima casa, e le misure per favorire l’emersione dell’oro da investimenti. È stata inoltre prevista una riunione conclusiva per la prossima settimana, alla luce delle proposte emerse e su cui il Governo sta proseguendo l’attività di approfondimento".
Così recita testualmente la nota di ieri sera delle ore 20.22 di Palazzo Chigi dopo il "vertice di maggioranza sul Disegno di legge di bilancio, al quale hanno partecipato il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, i Vicepresidenti Antonio Tajani e Matteo Salvini, il leader di Noi Moderati Maurizio Lupi, il Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, il Viceministro Maurizio Leo e i Presidenti dei Gruppi parlamentari di maggioranza del Senato".
Come ha scritto Affaritaliani nei giorni scorsi, quella di ieri non è stata la chiusura della legge di bilancio per il 2026 definitiva, o meglio dei cambiamenti da apportare in Parlamento, al Senato, al testo licenziato dal Consiglio dei ministri. Ma Giorgia Meloni, prima di partire per il G20 in Sud Africa e concentrarsi sui dossier internazionali (piano di pace Usa-Russia per l'Ucraina su tutti), ha voluto fissare i paletti chiave, i punti che si potranno toccare a Palazzo Madama sulla manovra e quelli che verranno lasciati così come sono ora.
Leggendo il comunicato della presidenza del Consiglio, dal vertice di maggioranza - a tratti teso, raccontano fonti di Centrodestra - emerge abbastanza chiaramente che la presidente del Consiglio ha sposato maggiormente le richieste di Forza Italia rispetto a quelle della Lega. Il tema degli affitti brevi e di evitare l'innalzamento al 26% della tassazione è una battaglia sia di Tajani sia di Salvini, ma l'estensione dell'iperammortamento era una delle principali richieste soprattutto degli azzurri pienamente condivisa da Fratelli d'Italia.
E poi viene citato il regime fiscale dei dividendi ovvero l'articolo 18 della legge di bilancio che introduce la super tassazione per le holding con partecipazioni inferiori al 10% in società controllate che, come Affaritaliani ha scritto molte volte negli ultimi giorni anche con interviste a esponenti di Forza Italia, è la battaglia delle battaglie per il partito del vicepremier e ministro degli Esteri Tajani. Sull'ampliamento dell'esenzione dell’Isee sulla prima casa e sulle le misure per favorire l’emersione dell’oro da investimenti c'era già un accordo di massima tra le forze politiche di Centrodestra.
Da notare che non viene menzionato il condono/sanatoria per la Campania, ma su questo punto FdI non intende arretrare. Fa rumore invece l'assenza totale nel comunicato di alcune delle principali richieste della Lega per modificare la manovra. Prima fra tutte l'ampliamento della rottamazione delle cartelle esattoriali (che resterà così com'è oggi), in seconda nulla viene detto sul fronte previdenziale e quindi sulla battaglia del Carroccio per sterilizzare ulteriormente l'innalzamento dell'età per uscire dal mondo del lavoro.
E manca anche la proposta su cui Salvini puntava moltissimo sulla flat tax al 5% per cinque anni per i giovani neo-assunti. Insomma, ci sarà un altro vertice - definitivo - la settimana prossima, ma al momento il risultato è chiaro: Meloni ha imposto la linea del rigore, pochissime modifiche per uscire dalla procedura di infrazione Ue, e Tajani ha vinto il braccio di ferro con Salvini. Per ora.
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