Politica
Letta, tassare i ricchi per finanziare 18enni: i conti della dote non tornano

Il leader dei dem, Enrico Letta, torna sulla misura da finanziare con "una tassa di successione per i patrimoni plurimilionari”
Ma per la dote ai 18enni proposta da Letta servono 2,8 miliardi (che l'Italia non ha): il caso
Enrico Letta, leader del partito democratico, ritira in ballo la “dote giovani”, la proposta annunciata in campagna elettorale che prevede lo stanziamento di un assegno da 10mila euro per chi compie 18 anni, e proviene da famiglie di fasce economiche medio-basse, che potrebbe spendere in formazione, piccola imprenditoria o in un alloggio.
Misura che verrà finanziata, per il leader dem, con “una tassa di successione per i patrimoni plurimilionari”. “E' giusto che chi ha un patrimonio plurimilionario lasci qualcosa alla società e se quel qualcosa viene ridato ai giovani, che oggi sono attanagliati dalla precarietà, credo sia il senso di generazioni che si aiutano", aveva dichiarato Letta i microfoni del Tg2.
Immediati sono stati gli attacchi provenienti dall'area politica di destra, c'è chi sostiene che non si a una grande idea far partire una camapagna elettorale parlan di nuove tasse. Ma, tralasciando gli schieramenti, anche sui numeri qualcosa non torna. A fare due conti è il Sole 24 Ore.
“Secondo il Pd la dote andrebbe a circa metà dei neo 18enni, dunque a 280mila persone l’anno, con un costo conseguente da 2,8 miliardi”. Per finanziarla senza sottrarre fondi al resto bisognerebbe quindi “aggiungere questa somma a un’imposta che negli ultimi tre anni ha prodotto in media 700 milioni all’anno, per arrivare a 3,5 miliardi (i 2,8 più il gettito attuale) bisogna moltiplicarla per cinque”, precisa il Sole.
E questo come? Il Pd pensa di trovare i soldi con una patrimoniale su chi possiede almeno 1 milione di euro, ma la platea è incerta: poco più di 300mila italiani. E anche sul gettito discontinuo insorgono problemi: "la successione come imposta di scopo deve avere un gettito costante, altrimenti negli anni di magra la dote finirebbe a carico anche della fiscalità generale".