Politica
Lollobrigida femore rotto, Ingroia la usa per qualche voto in più. Si ritiri

L’anziana ex attrice "utilizzata" da Antonio Ingroia per qualche voto in più ma dopo l'incidente avuto è meglio che si ritiri
Italia sovrana e popolare, Gina Lollobrigida con il femore rotto candidata alle elezioni politiche: come potrebbe svolgere il suo mandato?
Il caso dell’attrice Gina Lollobrigida si complica e mette in luce la spietatezza di questa campagna elettorale in cui sembrano scomparire i valori umani per lasciare il posto alla logica del risultato da conseguire ad ogni costo. Sabato scorso la diva è caduta in casa si è fratturata il femore e dovrà essere operata. È ricoverata in una clinica romana. Il suo avvocato Antonio Ingroia ha dichiarato all’agenzia La Presse: "Sta bene, l'ho sentita ieri sera e si stava guardando un film. L'operazione a cui sarà sottoposta è un intervento, tipico delle fratture del femore, che i medici hanno ritenuto possibile nonostante l'età e i problemi cardiaci dell'attrice. Ma i sanitari stanno tenendo il massimo riserbo”.
Come è noto la Lollobrigida è stata candidata per le prossime elezioni da Italia Sovrana e Popolare, lo strano ircocervo politico in cui sono confluiti il comunista Marco Rizzo, l’ex magistrato di Palermo Antonio Ingroia che è il coordinatore, l’ex leghista no vax, la bionda Francesca Donato. A tal proposito ha dichiarato l’ex PM: «(la Lollobrigida, ndr) sarà candidata al Senato come capolista, tra l’altro in diverse circoscrizioni, sia in quella del Lazio con Latina, che nella Sicilia orientale (Catania, Messina, Taormina) e poi nel Veneto, per Italia Sovrana Popolare. È una candidatura che ho proposto io e non deve sembrare anomala perché la Lollobrigida è, checché ne dicano alcuni provvedimenti giudiziari che noi contestiamo, perfettamente lucida».
La dichiarazione dell’ex PM di Palermo, nella parte relativa alla “lucidità” dell’anziana attrice, sa tanto di Excusatio non petita, accusatio manifesta, come dice un proverbio medievale quanto mai attuale. A suo tempo Ingroia ebbe a dire riguardo la candidatura: «Lei ha voluto rifletterci qualche giorno perché comunque si tratta di una cosa impegnativa, ma ha accettato di buon grado. Ovviamente non potrà andare a fare comizi in giro per l’Italia e la sua campagna sarà affidata prevalentemente a comunicati, a videomessaggi. Sta bene e in salute, ma ha pur sempre 95 anni. Nella sua lucidità, Lollobrigida è sempre stata ambasciatrice dell’Italia nel mondo, della pace. E poiché noi, come Isp, abbiamo un programma politico proprio volto a riaffermare la sovranità nazionale.
La recente caduta e la conseguente operazione rende ancora più sconveniente l’azione intrapresa. Ne aveva parlato qualche tempo fa Fabiana Giacomotti in un brillante articolo sul Foglio in cui ha anche ricostruito l’intera vicenda giudiziaria a partire dalla causa per circonvenzione di incapace intentata alla diva dal figlio Milko Skofic nei confronti del segretario della madre, Andrea Pezzolla. La Cassazione ha disposto un tutore alla gestione del patrimonio ritenendola “vulnerabile all’altrui opera di suggestione”, quindi una sentenza piuttosto chiara che però non convince l’ex magistrato.
In questo contesto umano così malandato si è inserita la candidatura voluta da Ingroia per racimolare qualche voto in più dalla presenza di questa anziana signora che è stata una grande attrice, scultrice e fotografa come quando conobbe il leader maximo Fidel Castro che ammise di essere stato innamorato di lei oppure quando incontrò l’astronauta Niels Amstrong, il primo uomo a toccare il suolo lunare, che la corteggiò.
Ed anche se risultasse eletta come potrebbe svolgere il suo alto mandato istituzionale se: "Bisognosa di assistenza nel compimento degli atti di straordinaria amministrazione inerenti alla gestione del suo patrimonio e di società", come hanno sentenziato i giudici di appello? Tale vicenda umana andrebbe protetta con un velo di delicata pudicizia ed invece la si espone alle asperità di una campagna elettorale. A questo punto Ingroia otterrebbe sicuramente più consenso se invece decidesse di ritirare la candidatura e restituisse alla politica un po’ di umanità.