Politica
M5s, Di Maio: "Mi caccino pure". Ma finisce che resta da separato in casa




Il consiglio nazionale convocato d'urgenza non è servito a risolvere la questione. Conte ha chiesto una soluzione politica e l'espulsione del ministro è saltata
M5s, Di Maio si salva dall'espulsione. Ma la scissione è inevitabile
Il M5s sembrava arrivato alla resa dei conti finale. Con la convocazione da parte del leader Giuseppe Conte del consiglio nazionale. La riunione d'urgenza doveva servire a risolvere la questione Di Maio ma dopo 2 ore di conciliabolo tra le parti non è successo nulla. Si continua da separati in casa. Alle 21,30 inizia la riunione dei big stellati per decidere che linea adottare. Giuseppe Conte - si legge sul Corriere della Sera - pone la questione subito su un piano politico, cercando di evitare toni da processo. Una possibile espulsione, insomma, non è sul tavolo. Tra i quattordici al tavolo il dibattito è acceso, movimentato. In piena notte, nella nota conclusiva, i vertici M5s ribadiscono la collocazione euro-atlantica dell’Italia, bollando come «immotivate» le accuse del ministro.
Se la strada per l’espulsione è tortuosa, - prosegue il Corriere - la «convivenza interna» tra contiani e dimaiani appare ancora più ostica. Gli ostacoli sul percorso vanno ben oltre la risoluzione sull’invio di armi in Ucraina. Dovesse Beppe Grillo riuscire a far rientrare temporaneamente la crisi interna, ci sono altri fronti pronti ad accendersi, a partire dalla questione dell’inceneritore di Roma. Uomini vicini a Di Maio svelano: "Lo vogliono cacciare? Non lo sente come un suo problema, se vogliono espellerlo ci provino. Dentro o fuori che sia dice di sentirsi sereno, perchè ora comunica senza lacci le sue idee e pensa che Conte insegua l'idea di un partito tutto suo". L'ex premier starebbe valutando l'ipotesi di ritirare la delegazione dei ministri, lasciando solo l'appoggio esterno all'esecutivo.