Cinema, il ministro Giuli nel mirino: "In una mail chiedeva tagli al settore". Ira delle opposizioni: "Riferisca in Aula" - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 15:14

Cinema, il ministro Giuli nel mirino: "In una mail chiedeva tagli al settore". Ira delle opposizioni: "Riferisca in Aula"

Il ministro Giuli, secondo rumor stampa, avrebbe proposto al Mef tagli al Fondo per il cinema fino a 240 milioni nel 2026

di Arianna Conti

Tagli al cinema, l’opposizione è sul piede di guerra: “Giuli in Aula il prima possibile”

Continua senza sosta la polemica sui tagli al settore cinematografico nella manovra, soprattutto in seguito alla pubblicazione, da parte di Repubblica, di un articolo secondo cui il ministro della Cultura Alessandro Giuli avrebbe suggerito al ministero dell’Economia e delle Finanze consistenti riduzioni al Fondo per il cinema e l’audiovisivo nel quadro della spending review, arrivando a prevedere, in una mail, tagli fino a 240 milioni nel 2026 e 300 nel 2027, di gran lunga superiori a quelli considerati nella legge di bilancio. L’Opposizione, dal canto suo, non tarda a manifestare la sua indignazione, chiedendo al ministro di riferire in Aula.

M5S: “Il cinema non va trattato come una pezza da piedi”

“Ho chiesto la parola per avere il ministro Giuli in Aula, il prima possibile. In una mail di cui parla Repubblica questa mattina Giuli avrebbe detto al Mef di fare 500 milioni di tagli per il cinema. Credo che Giuli debba assolutamente venire in Aula e dirci cosa vuole fare del cinema italiano, che non va trattato come una pezza da piedi”, così il deputato del Movimento 5 Stelle, Gaetano Amato, in un intervento alla Camera.

Piccolotti (Avs): “Furore ideologico contro il cinema”

“Non si era mai visto un Ministro che chiede più tagli di quanti ne venissero imposti dal Ministro dell’Economia al settore che avrebbe il dovere di proteggere e valorizzare. A quanto leggiamo su Repubblica di oggi, anche questo tabù è stato sfatato dal Ministro Giuli che, nella sua foga punitiva contro il mondo del cinema, è arrivato a chiedere tagli più severi di quelli previsti nella Manovra di Bilancio“, ha dichiarato invece Elisabetta Piccolotti di Alleanza Verdi Sinistra. 

“Un furore ideologico contro – continua la deputata – un settore ritenuto ostile, con buona pace delle migliaia di famiglie di lavoratori che rischiano di rimanere senza reddito. A rendere ancora più grottesca la situazione è la faccia tosta del Ministro di ergersi a difensore del settore in dichiarazioni pubbliche. Visto che al Governo si sono divertiti a reinventare i nomi dei ministeri, abbiamo un suggerimento per il dicastero di Via del Collegio Romano: rinominatelo ‘Ministero contro la Cultura‘, sareste più onesti. Quando la Presidente Meloni si deciderà a dare all’Italia un Ministro della Cultura all’altezza del nostro Paese?“

Pd: “I tagli sono una pietra tombale sul cinema italiano”

“Quanto riportato da Repubblica è inquietante: come fece a suo tempo Sangiuliano, anche Giuli avrebbe chiesto al Mef di tagliare le risorse per il cinema. Purtroppo è l’ennesima conferma che non siamo di fronte a un errore ma a una linea: demolire una filiera industriale del paese perché non gradita al governo. 

I tagli e le nuove regole saranno una pietra tombale sul cinema italiano, a tutto vantaggio delle produzioni straniere che invece non vengono toccate: un vero capolavoro per un governo sovranista! È il frutto marcio di due anni di criminalizzazione del settore, di regole pasticciate, di incompetenza e improvvisazione. Per l’ennesima volta chiediamo al governo di revocare i tagli e venire in Parlamento a discutere seriamente come affrontare la crisi drammatica che ha creato”, lo scrive in una nota di Matteo Orfini (Pd), componente della commissione Cultura della Camera.

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