Politica
Manovra, la "bomba" dividendi blocca il governo. Grandi capitali in rivolta, Chigi e Mef cercano la (difficile) soluzione
Tassazione decuplicata, ma scenderà di molto. Nodo risorse

Un aggravio maggiore sui giochi e sulle sigarette da gennaio 2026, l'ipotesi
Un colpo al cuore del sistema imprenditoriale italiano. Fonti ai massimi livelli di Centrodestra, sponda Forza Italia che trova piena condivisione in Azione di Carlo Calenda, spiegano ad Affaritaliani che il vero nodo che ha bloccato la maggioranza sulla Legge di Bilancio è la norma sui dividendi. Le banche sono un capitolo chiuso, arriveranno dal sistema del credito quasi cinque miliardi di euro nel 2026, come ha detto Giorgia Meloni. "Siamo soddisfatti noi, siano soddisfatti anche loro". Anche la norma sugli affitti brevi verrà facilmente risolta togliendo l'aumento, salvo casi speciali, previsto come tassazione nel testo della manovra licenziato dal Consiglio dei ministri.
Ma la vera "bomba" che ha fatto esplodere i grandi imprenditori e detentori del capitale è quella inserita sui dividendi delle holding dal ministero dell'Economia e delle Finanze. Oggi una società controllante che ha partecipazione inferiore al 10% in una controllata paga l'1,20% di Ires sui dividendi della stessa controllata perché già paga le imposte in quanto società. Il testo della Legge di Bilancio porta il livello di tassazione per le holding al 24% sui dividendi delle co-partecipate, sostanzialmente dieci volte tanto di ciò che si deve al Fisco con la norma vigente. Qualcosa di inaccettabile che ha fatto infuriare Confindustria e che rischia di, come detto, colpire al cuore il sistema imprenditoriale italiano.
Come spiegano le fonti, il sistema delle holding funziona proprio per partecipare insieme ad altri soci in un grande investimento e a volte, in caso di perdite, i dividendi delle società controllate servono proprio per ribilanciare i conti. Facendo un esempio su tutti, anche chi ha una partecipazione del 5% circa in Mediobanca pagherebbe una cifra decuplicata  in termini di tassazione con il testo messo a punto dal Mef guidato dal ministro Giancarlo Giorgetti.
Il quale, spiegano le fonti, sa perfettamente quali siano i pericoli per l'economia e gli investimenti e sta cercando una soluzione. Anche a Palazzo Chigi hanno ben presente il dossier e stanno lavorando per trovare una soluzione. Ecco perché Forza Italia attaccava la 'manina' dei tecnici del Mef e l'algoritmo con il quale sarebbe stata scritta la bozza della manovra senza alcun avallo politico, nemmeno del ministro competente (a quanto pare).
Il problema è che ormai le promesse sono state fatte e sul taglio dell'aliquota Irpef al 33% dal 35% fino a 50mila euro lordi annui di reddito, così come sulla nuova rottamazione, sull'aumento delle pensioni minime e di invalidità e sull'uscita anticipata dal lavoro sterilizzata fino al 2027, sugli investimenti in sanità e in Difesa (qui vale l'accordo con Donald Trump e la Nato) non si può tornare indietro. E dalle banche, come detto, non possono arrivare altre risorse.
Ecco dove sta il punto che blocca la manovra perché la norma sui dividendi a bilancio vale un miliardo all'anno per lo Stato. E ora il Mef e Chigi, per salvare le promesse fatte agli elettori e per non sforare il tetto del 3% del deficit-Pil per uscire dalla procedura di infrazione dell'Unione europea, deve reperire questi soldi altrove. Ma la spending review sui dicasteri ha già sollevato molte polemiche nella maggioranza colpendo ad esempio scuola, università e beni culturali.
Che fare dunque? Un aggravio maggiore sui giochi e sulle sigarette è un'ipotesi, da gennaio 2026, per cercare o di tornare alla tassazione all'1,20% per le holding con una quota inferiore al 10% in aziende controllate o comunque per far scendere il più possibile la soglia del 24% attuale e tornare al massimo 2-3%. Meloni e Giorgetti, come anche il vice-premier Antonio Tajani, non vogliono assolutamente inimicarsi la stragrande maggioranza delle famiglie imprenditoriali italiane, che sono anche poi finanziatrici (dichiarate e limpide) spesso di partiti della maggioranza di Centrodestra oltre che nomi di peso che possono spostare decine se non centinaia di migliaia di voti.
Tutte le notizie della sezione politica
 
    
   
   
   
  