Politica
FdI sferza l'Unione europea: "La smetta di flirtare con la Cina solo per andare contro Trump"
Parla Fidanza, consigliere di Meloni per la politica estera

Ucraina, "Macron, insistendo con l'invio di truppe, perde tempo e offre un alibi a Putin per continuare la guerra"
Il mondo ribolle, l’Europa arranca, l’Italia prova a ritagliarsi una propria centralità. Affaritaliani ne ha parlato con Carlo Fidanza, capodelegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento europeo, uno dei consiglieri più fidati di Giorgia Meloni sulla politica internazionale. Pochi giorni fa Fidanza ha partecipato a La Piazza, la kermesse di Affaritaliani a Ceglie Messapica, Brindisi.
Partiamo dall’Ucraina e dal vertice dei Volenterosi svoltosi ieri a Parigi. Le polemiche con Macron sono archiviate o continua la divaricazione sull’invio delle truppe? “La posizione di Giorgia Meloni e del governo italiano non cambia: non siamo disponibili a inviare truppe sul campo nelle forme sinora proposte da Macron. Continuiamo a ritenere prioritario raggiungere garanzie di sicurezza per l’Ucraina sul modello dell’articolo 5 della NATO sulle quali Trump ha aperto e rimaniamo disponibili a fare la nostra parte con un supporto logistico e addestrativo fuori dal suolo ucraino. Anche perché qualsiasi iniziativa di quel genere deve essere accettata dalla Russia e, volenti o nolenti, truppe occidentali sul terreno non verranno accettate. Mi sembra si stia perdendo del tempo e persino offrendo un alibi a Putin per continuare la guerra”.
Intanto però a Pechino, sotto gli occhi di Massimo D’Alema, sfilano la potenza militare cinese e un asse rafforzato tra Cina, Russia e India. Che messaggio è per l’Occidente? “Il tentativo cinese di porsi a capo dei tre colossi e del ‘Sud globale’ è in atto da tempo. La sfida geopolitica è lanciata, l’Occidente deve innanzitutto ritrovare le ragioni politiche, valoriali, economiche e militari del suo stare insieme. E l’Ue deve smetterla di flirtare con Pechino soltanto per andare contro Trump, al quale pure va chiesto uno sforzo di compattezza. L’Italia può e deve svolgere un ruolo, come sta ottimamente facendo Giorgia Meloni”.
Intanto però l’Ue accelera sull’accordo con i Paesi del Mercosur (Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay ndr)…
“Un accordo dalla forte valenza geopolitica, con ottime opportunità per l’industria e alcuni settori agroalimentari come il vino e i formaggi, e invece forti criticità su carne e riso. Ora, grazie soprattutto al governo Meloni, sono state rafforzate le salvaguardie a difesa dei settori più colpiti e inaspriti i futuri controlli sanitari e di qualità sui prodotti che entreranno nel mercato Ue. Ma prima di dare il nostro via libera verificheremo che gli impegni assunti a parole vengano rispettati. Non si può pensare che tutti gli accordi di libero scambio si scarichino sull’agricoltura, senza peraltro aver ancora sgravato le nostre imprese da burocrazia asfissiante e follie green”.
A proposito di green, lei sarà relatore del gruppo di lavoro che indagherà sulla trasparenza dei finanziamenti Ue alle Ong… “Si, un grande risultato che nasce dalla richiesta mia e di ECR di creare una commissione d’inchiesta sul cosiddetto ‘Green Gate’, ovvero sui fondi Ue dati ad alcune ONG per fare pressioni addirittura sugli eurodeputati a sostegno delle follie ultra-ambientaliste di Timmermans e compagni. Lavoreremo per mesi per fare chiarezza, verificando migliaia di contratti, non solo sul green ma anche su temi come l’immigrazione e le politiche pro-Lgbt”.
Infine, volgiamo lo sguardo alla sua Milano, attesa da un sabato di passione con la manifestazione degli antagonisti contro lo sgombero del Leoncavallo. “Lo sgombero è stato sacrosanto e non ci sono ripensamenti, ovviamente. Piuttosto, è surreale che il sindaco Sala si auguri che non ci siano incidenti, in una manifestazione a sostegno di un centro sociale che la sinistra milanese definisce ‘luogo di alto valore sociale e culturale’ e al quale sta per regalare un immobile pubblico con un bando su misura. Se davvero il Leonka fosse quel convento di educande che ci raccontano, i milanesi non dovrebbero temere l’ennesimo sabato di devastazioni e attacchi alle forze dell’ordine”.
E poi lunedì Milano darà l’addio a Giorgio Armani… “Non ci sono parole per descrivere la grandezza di Re Giorgio, icona dello stile italiano e per me tifoso dell’Olimpia anche straordinario uomo di sport. Mi auguro che lunedì, all’inizio della nostra plenaria a Strasburgo, si trovi il modo per ricordarlo come merita”.
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