Politica
Lavoro, Pd: "Dai partiti di maggioranza proliferazione di proposte su fisco e salari, è propaganda"
Intervista al responsabile economico Antonio Misiani

"Andare a votare ai referendum dell’8 e 9 giugno è fondamentale per dare al governo un segnale forte e chiaro sulla necessità di rimettere al centro il lavoro, cambiando rotta"
"La proliferazione di proposte di legge dei partiti della maggioranza sul tema del fisco e dei salari è in gran parte propaganda, destinata a rimanere lettera morta. Di sicuro, evidenzia che la realtà del lavoro dipendente in Italia è molto meno rosea di come viene dipinta dalla Meloni". Lo afferma ad Affaritaliani.it il senatore Antonio Misiani, responsabile economico del Partito Democratico.
"Il potere d’acquisto degli stipendi rimane nettamente inferiore al livello del 2021, il lavoro povero è in aumento e oltre tre milioni e mezzo di lavoratori hanno retribuzioni orarie inferiori alla soglia di nove euro lordi l’ora. Il sistema fiscale ricava quasi tutto il gettito IRPEF da dipendenti e pensionati, con un livello di iniquità nella ripartizione del carico fiscale ormai insostenibile. Negli ultimi due anni il fiscal drag ha decurtato pesantemente le buste paga nette, vanificando di fatto il taglio del cuneo fiscale".
Eppure, il governo continua ad affrontare la questione salariale esclusivamente attraverso incentivi a carico della fiscalità generale, mentre continua a fare muro contro l’introduzione anche nel nostro Paese del salario minimo, che è in vigore in 22 Paesi su 27 dell’Unione europea. Alcuni di loro propongono il taglio IRPEF per il ceto medio, ma sanno benissimo che non ci sono e non ci saranno le coperture per farlo. Se la maggioranza vuole realmente fare un passo in avanti, non può limitarsi a proposte di legge destinate a finire su un binario morto. Serve una discussione vera, di merito, in Parlamento. E, soprattutto, servono scelte coraggiose, che mettano in discussione interessi consolidati".
Andare a votare ai referendum dell’8 e 9 giugno è fondamentale per dare al governo un segnale forte e chiaro sulla necessità di rimettere al centro il lavoro, cambiando rotta. Noi abbiamo da tempo presentato le nostre proposte e siamo pronti a fare la nostra parte. Ma solo se decideranno di passare dalle chiacchiere ai fatti concreti", conclude Misiani.
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