Fisco, il Pd stronca il Centrodestra: "Meloni prende in giro gli italiani, governo paralizzato dalle divisioni interne" - Affaritaliani.it

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Fisco, il Pd stronca il Centrodestra: "Meloni prende in giro gli italiani, governo paralizzato dalle divisioni interne"

Misiani: "Giorgetti ha riportato la premier alla realtà". Intervista

Di Alberto Maggi

"Se la crescita non riparte, non ci saranno gli spazi di bilancio né per tagliare le tasse né per rifinanziare i servizi pubblici a corto di risorse, dalla sanità alla scuola al trasporto pubblico"


"Sulle tasse Meloni prende in giro gli italiani. Andrebbe incalzata, e non applaudita, perché i risultati di quasi tre anni di governo di destra sono deprimenti", afferma ad Affaritaliani.it il senatore Antonio Misiani, responsabile economico del Partito Democratico. "La pressione fiscale complessiva nel 2024 è salita al livello massimo da cinque anni a questa parte e rimarrà invariata almeno fino al 2027. Il fiscal drag IRPEF si è letteralmente “mangiato” il taglio del cuneo fiscale, falcidiando i redditi da lavoro del ceto medio. Il concordato preventivo biennale è stato scelto da meno di un contribuente su sei. Solo quelli sicuri di averne un vantaggio in termini di minori tasse da pagare. Gli evasori sono stati coccolati condono dopo condono, e Meloni mistifica la realtà quando spaccia per lotta all’evasione i risultati in termini di riscossione dell’Agenzia delle Entrate. La verità è che il bilancio della riforma fiscale del governo è fallimentare. Doveva essere una riforma “epocale”, si è rivelata un buco nell’acqua che ha lasciato immutati gli enormi problemi del sistema tributario italiano. In qualche caso, addirittura aggravandoli".

"Ieri - aggiunge l'esponente Dem - Meloni davanti ai commercialisti ha promesso per l’ennesima volta il taglio delle tasse per i contribuenti del secondo scaglione (il “ceto medio”). Campa cavallo. Il ministro Giorgetti l’ha riportata alla realtà in tempo reale, rimandando l’intervento (se va bene…) alla fine della legislatura. E i leghisti hanno dato il colpo di grazia, rilanciando la quinta rottamazione delle cartelle, una misura talmente costosa da essere incompatibile con la riduzione delle aliquote IRPEF".

"Sulle tasse, così come su molti altri dossier di politica economica, il governo è paralizzato dalle profonde divisioni tra le forze della maggioranza. Certo, i conti formalmente rispettano i vincoli di Bruxelles e i mercati apprezzano. Ma l’economia reale di fatto è ferma e i dazi di Trump rischiano di assestare una mazzata al nostro sistema produttivo. Se la crescita non riparte, non ci saranno gli spazi di bilancio né per tagliare le tasse né per rifinanziare i servizi pubblici a corto di risorse, dalla sanità alla scuola al trasporto pubblico. Servirebbe una strategia, per rilanciare lo sviluppo. Riforme strutturali per accrescere la produttività. Misure per tagliare i costi dell’energia per le imprese e le famiglie. Una legge sul salario minimo. Una politica industriale degna di questo nome. Ma il governo, evidentemente, è in altre faccende affaccendato", conclude il responsabile economico del Pd Misiani.

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