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Politica
Morra insiste: "Non mi dimetto". Anche il M5S lo attacca. Il caso

Nicola Morra non chiede scusa e rilancia le sue parole a dir poco scandalose: "Santelli malata ed eletta, calabresi responsabili delle scelte fatte. Se ho offeso la sensibilità di qualcuno mi scuso, ma non mi dimetto". Il presidente cinquestelle della commissione parlamentare Antimafia insiste sulla governatrice scomparsa: "Io dico solo che votando per candidati che non possono concludere il loro mandato poi non ci si deve lamentare che il mandato stesso non venga concluso".

IL CASO E LE REAZIONI

"Sarò politicamente scorretto, era noto a tutti che la presidente della Calabria, Santelli, fosse una grave malata oncologica. Umanamente ho sempre rispettato la defunta Jole Santelli, politicamente c'era un abisso. Se però ai calabresi questo è piaciuto, è la democrazia, ognuno dev'essere responsabile delle proprie scelte: hai sbagliato, nessuno ti deve aiutare, perché sei grande e grosso". Queste parole, pronunciate ieri a Radio Capital del presidente cinquestelle della commissione parlamentare Antimafia, Nicola Morra, sulla governatrice forzista morta il 15 ottobre, scatenano l'indignazione del centrodestra, che ne chiede subito le dimissioni. La necessità di un passo indietro di Morra non sembra venire contemplata tra le forze di maggioranza. Ma tutti i partiti Iv, Pd e persino il M5S stigmatizzano le frasi di Morra e chiedono che si scusi.

"Morra dovrebbe chiedere scusa per quanto affermato. Quanto detto è inaccettabile", chiede il capogruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera, Davide Crippa. "Lo conosco e credo che, quelle pronunciate ieri, siano parole molto lontane dal suo modo di pensare. E' errato unire logiche politiche a temi molto delicati come quelli della malattia oncologica", aggiunge. "Le parole del senatore Morra sono indegne nei confronti dei calabresi e ingiuriose e volgari nei confronti della memoria di Iole Santelli. Bisogna combattere senza tregua l'ndrangheta, non offendere i calabresi con parole qualunquiste. Il senatore Morra avrebbe già dovuto scusarsi da molte ore", lamenta il deputato dem Emanuele Fiano, della presidenza del gruppo Pd alla Camera. Molto duri il presidente di Italia viva Ettore Rosato e il capogruppo al Senato Davide Faraone. "Ho riascoltato le frasi pronunciate dal senatore Morra. Affermazioni inaccettabili, chieda scusa. Questi sono gli effetti di quando si perde umanità e senso del limite per un titolo in più sul giornale", afferma Rosato. "Il rispetto per chi non c'è più distingue gli uomini dalle bestie - aggiunge Faraone -. Le parole di Morra sulla compianta Jole Santelli sono semplicemente indegne. Solidarietà ai familiari e a tutto il popolo calabrese".

Dal centrodestra il coro di indignazione e la richiesta di dimissioni sono unanimi. "Le parole del presidente della commissione parlamentare Antimafia, Nicola Morra, su Jole Santelli sono indegne. E rappresentano un'offesa per tutti i malati oncologici", dice il vice presidente di Forza Italia Antonio Tajani. "Parole vomitevoli. Chiedo le immediate dimissioni di questo deficiente. Sbaglio?", gli fa eco anche Matteo Salvini. "Un pensiero per la cara Jole Santelli". "La scelleratezza di Morra non meriterebbe commenti. Ma non può restare impunita una volgarità così bassa nei confronti del presidente Jole Santelli. Solo la stupidità è peggiore della morte, perché, la prima, dura una vita, mentre la seconda dura meno di un istante. Morra, alla perenne vergogna accompagni le dimissioni. Unico dovere", chiede il presidente facente funzioni della giunta regionale della Calabria, Nino Spirlì. "Morra chieda scusa e si dimetta", aggiunge anche il governatore della Liguria Giovanni Toti.

Ieri sera, il presiddente della commissione Antimafia aveva respinto al mittente le critiche del centrodestra. "Salvini e altri esponenti del centrodestra chiedono le mie dimissioni facendo un truffaldino taglia e cuci di mie dichiarazioni, strumentalizzandole", si era difeso. "Nel giorno in cui Domenico Tallini, di Forza Italia, viene arrestato per concorso esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso, per un business che la 'ndrangheta ha fatto nell'ambito della sanità, infatti era stato messo nella lista degli impresentabili, guarda caso parte un attacco nei miei confronti, basato sul nulla", aveva aggiunto. "Ho parlato di dati di fatto. Se poi qualcuno vuole fare il taglia e cuci come fosse il vestito di Arlecchino - conclude l'esponente M5s - faccia pure, ma non è informazione, non è giornalismo, non è verità".

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