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Palazzi & potere
Caos immigrazione: parla il sottosegretario alla Giustizia Cosimo Ferri

Ancora un volta l'Italia è interessata da una pronuncia del giudice comunitario in materia di immigrazione.
Le migrazioni degli ultimi hanno hanno messo a dura prova il nostro sistema di accoglienza e la recente sentenza della Corte europea di giustizia dimostra che l'Italia è stata in grado di fronteggiare i flussi straordinari di questi ultimi anni nel quadro delle regole di Dublino.
Possiamo dire, con convinzione sempre maggiore, che la crisi migratoria è stata gestita nel rispetto delle decisioni comunitarie, senza abdicare alla tutela dei diritti della persona e modernizzando la disciplina della protezione internazionale. 

In che misura questa sentenza interessa l'ordinamento nazionale?
Con la pronuncia del 6 settembre 2017 la Grande sezione della Corte ha stabilito che l'attuazione delle politiche migratorie deve avvenire nel rispetto dei principi di solidarietà e di equa ripartizione delle responsabilità tra gli Stati maggiormente gravati e gli altri Stati membri. Da qui la correttezza e la proporzionalità del meccanismo di ricollocazione temporanea di persone in evidente bisogno di protezione internazionale disposto dal Consiglio UE con la decisione 2015/1523 a sostegno dell'eccezionale situazione che interessava Italia e Grecia. Al tempo stesso tale decisione obbligava gli Stati a fornire soluzioni per migliorare la qualità e l'efficacia dei rispettivi sistemi di asilo e sotto questo profilo, intendo sottolinearlo, il nostro Paese ha varato una riforma importante, entrata a pieno regime il 17 agosto.

A quale provvedimento si riferisce in particolare?
La pietra miliare di questo percorso è il decreto-legge n. 13 del 2017 del quale ho seguito, in Aula alla Camera, la conversione in legge, che ha migliorato la disciplina dei procedimenti in materia di protezione internazionale nell'ottica della semplificazione del rito e della specializzazione dei magistrati. La riforma coniuga la rapidità nell'accertamento del diritto - con decisione non appellabile del tribunale resa in camera di consiglio nel termine di 4 mesi - con le garanzie di effettiva emersione delle peculiarità della situazione individuale del richiedente asilo, attraverso la videoregistrazione della procedura amministrativa e la previsione dei casi in cui dinanzi al giudice deve necessariamente tenersi l'udienza. Si tratta di un modello processuale conforme alla disciplina sovranazionale dei diritti della difesa come ribadito nella sentenza del 26 luglio 2017 dalla Corte di Lussemburgo adita in via pregiudiziale dal tribunale di Milano.

La gestione dell'immigrazione è diventato il terreno sul quale occorre bilanciare la tutela dei diritti.
l'integrazione è la strada per declinare l'accoglienza in senso moderno e per affrontare la questione immigrazione coniugando al meglio accoglienza e sicurezza, da cui non si può prescindere.
La mediazione culturale costituisce la base per comprendere le diversità e prevenire perdite di identità. Essa muove dalla promozione del dialogo tra le culture nel quotidiano e negli aspetti più complessi, come quello religioso, per evitare forme di isolamento e di discriminazione nel riconoscimento dei diritti fondamentali della persona.
L'obiettivo è costruire il senso di appartenenza ad una comunità moderna attraverso la costruzione di regole nuove e necessariamente condivise da tutti.

Cosimo Ferri, sottosegretario Ministero della Giustizia

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