Palazzi & potere
"Con noi un sottosegretario" così Verdini punta al governo

Il piano del senatore: Tonino Gentile aderirà al nostro partito A Renzi serve il mio sostegno, non saremo più in minoranza.
«Non saremo più una forza di minoranza, ma sosterremo il governo dall' esterno. Ufficialmente Matteo non ci potrà dare nulla, ma Tonino Gentile molto presto passerà con noi. Così avremo un nostro uomo al governo». Parola di Denis Verdini.
Caffè Ciampini, nel pieno centro della Capitale, un luogo dove si incontrano i protagonisti della politica e che fa da quartier generale al gruppo parlamentare Alleanza liberal popolare Autonomie (Ala). Sono le 8.40 quando Verdini, una volta generale del Cavaliere, in abito grigio, cravatta di sartoria e camicia bianca, si siede al solito tavolo, accompagnato da tre uomini, che in silenzio lo ascoltano. L' ex berlusconiano accende una marlboro rossa e scandisce parole chiare, che non hanno bisogno di essere interpretate. «Ho parlato con Matteo, non ha i numeri al Senato. La sinistra del Pd è in subbuglio, lui non la controlla. Ma può e deve contare sul nostro sostegno». I diciannove senatori di Verdini, capitanati dal presidente Lucio Barani, sono pronti a dare il via libera alla fiducia sul provvedimento delle unioni civili e a candidarsi così a essere la stampella ufficiale del governo Renzi.
Di più: il gruppo di Ala, scrive falci sulla stampa, potrebbe ingrossare le fila nei prossimi giorni. «A Fitto ne ho già tolti altri tre che saranno presto dei nostri», si vanta nel vertice di lavoro. Tra confidenze, battute e un sorso di caffè, Verdini rivela quale sia la sua strategia: «Appoggio esterno ma a una condizione». Le bocche resteranno cucite fino a stamane fino a quando il premier varcherà l' ingresso dell' emiciclo di Palazzo Madama. «Per sposarsi ci vuole qualcuno che te lo chiede.