Gli immigrati? Sono un probelma. Inutile fare finta di niente - Affaritaliani.it

Palazzi & potere

Gli immigrati? Sono un probelma. Inutile fare finta di niente

L'analisi del voto in Germania

Da dove sono arrivati i voti che hanno consentito all'AfD di più che raddoppiare il suo bottino di consensi? Da nazisti che si erano tenuti sinora nascosti in qualche foresta, nera, di preferenza? Che peraltro, si dice, è il loro habitat naturale e preferito. In Germania invece, scrive Pierluigi Magnaschi su Italia Oggi, dove l'analisi dei flussi elettorali viene fatta in modo scientifico entro poche ore da quando sono stati effettuati gli scrutini, salta fuori che un milione 40 mila voti sono stati ceduti alla AfD dal partito democristiano della Merkel (Cdu/Csu). Un altro mezzo milione viene dai socialisti di Martin Schulz, 470 mila sono stati persi dai postcomunisti (nazisti sinora camuffati, costoro? Mi sembrerebbe strano) e un milione e 400 mila sono i voti, dice Giardina, di coloro che si erano astenuti dal votare quattro anni fa. Infatti la partecipazione al voto è salita, nel corso delle elezioni di domenica scorsa, dal 71 al 75%.

Essendo impossibile che votanti per la Merkel, per Schulz, per i postcomunisti e anche i non votanti (che, nella precedente elezione, potevano votare per AfD ma hanno preferito lo stesso stare a casa) abbiano scelto l'AfD perché improvvisamente sono diventati degli estimatori del Terzo Reich, il motivo va ricercato altrove. E risiede nella dissennata politica di immigrazione alluvionale attuata (in un momento di suo drammatico calo glicemico?) dalla Merkel che, non solo ha spalancato le porte a un milione e 100 mila immigrati mediorientali, ma si era anche impegnata di assecondare questo ritmo di accoglienza di un milione di immigrati l'anno per i successivi quattro anni.

Ovviamente, accolto in Germania il primo milione di immigrati, e toccato con mano i problemi incontrollabili che essi comportavano, anche a un sistema organizzato come quello tedesco, la Merkel ha subito fatto marcia indietro, cancellando il suo programma monumentale di accoglienza e dando soldi a Erdogan perché allestisse aree di accoglimento (un altro termine sarebbe più appropriato per descrivere come stanno le cose ma sarebbe inaudibile in tedesco, e anche in altre lingue) dove trattenere i mediorientali in fuga.

Operando in tal modo, la Merkel ha accolto sicuramente un sacco di immigrati economici ma ha poi lasciato marcire nei campi turchi i profughi veri e propri che, in base alla legge internazionale, avrebbero avuto il diritto di essere accolti. Ma siccome, per dabbenaggine e sconsideratezza, sono stati accolti in un primo momento immigrati di tutti i tipi (e fra questi, i più rapidi), molti aventi diritto ad essere accolti perché veri profughi sono oggi costretti a languire nelle simil carceri turche dalle quali non si può evadere. Sono colpevoli di avere dei diritti.

I tedeschi sono preoccupati di questo stato di cose, continua Magnaschi. La polizia tedesca (la cosa sarebbe inaudita persino in Italia) ha dato disposizioni scritte (che sono ubbidite) di non raccontare i reati commessi dagli immigrati (a cominciare dall'aggressione del capodanno a Colonia con 700 denunce da parte di donne molestate da giovani immigrati organizzati in bande nell'assenza della polizia che, se c'era, guardava altrove). Ma il silenzio stampa sulle aggressioni non serve a placare le paure e le apprensioni ma, semmai, a dilatarle, facendo spaventare gente che, di norma, preferirebbe starsene a casa senza patemi d'animo.

A questi tedeschi non basta che i dati economici siano floridi. A loro interessa essere sicuri a casa loro. Difesi dalle autorità preposte e non limitati nella libera espressione dei loro valori che, a ben vedere, sono spesso anche costituzionali. Ma adesso che la Merkel ha strizzato il dentifricio dell'immigrazione fuori dal tubetto, è difficile ricacciarlo dentro. La paura alimenta la paura. E chi ha paura (o anche solo preoccupato per se e per i propri figli) non è nazista, come recitano i semplificatori soddisfatti che credono sia possibile cancellare la paura negandone l'esistenza. E invece, facendo così, l'attizzano.