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Palazzi & potere
Governo, in arrivo la scelta dei futuri vertici dell'Arma. E non solo

Sono giorni concitati per il Paese, dalla grottesca situazione in Calabria agli appelli del Capo dello Stato. Chiari, anzi chiarissimi: lealtà istituzionale, collaborare, unità. Un monito, spiega in un informatissimo retroscena Italia Oggi, che le forze politiche si trovano a raccogliere in un momento di estrema frammentazione, con equivoci e incomprensioni che nelle ultime 48 ore sono riemerse sul caso della fondazione cyber promossa dal presidente Conte. Un’iniziativa che non è piaciuta affatto al Partito Democratico, che è piaciuta ancora meno al Movimento 5 Stelle e che ha fatto imbufalire in un solo colpo i palazzi del potere capitolino. A quanto siamo in grado di rivelare persino nel corso dell’ultimo consiglio dei ministri si sarebbero levate diverse perplessità; Conte avrebbe rassicurato tutti ma ciò non è bastato ad evitare lo stralcio della norma, arrivato puntuale. E così, nel giro di poche ore, la maggioranza ha nuovamente frenato le ambizioni di Palazzo Chigi, ulteriore segnale del clima di tensione che da tempo si respira all’interno della maggioranza che governa il paese. Clima che peraltro rischia di incendiarsi da qui alle prossime settimane, quando l’esecutivo si troverà davanti ad un giro di nomine importantissime per la sicurezza dello Stato. E forse è pure in questa cornice che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ritenuto doveroso inviare un messaggio sobrio e distensivo ai partiti di tutto l’arco parlamentare. Tra i posti chiave che andranno a liberarsi, in primis, c’è quello di comandante generale dell’Arma dei Carabinieri: alla successione del Generale Nistri oggi sono quotati il generale Angelo Agovino, attuale vicedirettore in Aise (ampiamente apprezzato dalla maggioranza e anche dal Colle) e Teo Luzi, dal marzo scorso capo di stato maggiore dell’Arma. Poi ci sono Gaetano Maruccia, vice-comandante, ed Enzo Bernardini, comandante interregionale “Vittorio Veneto”. Non sarà solo l’Arma, tuttavia, a dover affrontare l’ipotesi di nuovi innesti. Lato Servizi, la prima scadenza in ordine di tempo e di importanza riguarda il capo del Dis, vale a dire il generale Gennaro Vecchione, che con ogni probabilità sarà riconfermato dal Premier ai vertici del Dipartimento. E’ l’unica e ufficiale richiesta avanzata (ancora) informalmente da Conte alle forze di maggioranza, che a loro volta, in questa fase delicatissima per la nazione, ritengono il criterio di continuità un valore aggiunto nella selezione della classe dirigente e sarebbero proiettate a sostenere il generale per lo svolgimento di un secondo mandato. Oltre al Dis, ad essere riempite debbono però essere anche le caselle di vicedirettore in Aisi e Aise. All’agenzia interna a contendersi il ruolo ci sono due generali dei Carabinieri: De Donno e Aimola, entrambi sostenuti dal direttore Mario Parente e stimati da tutti. In Aise la partita è più complessa. Dopo l’addio di Caputo gli slot dei vicedirettori sono infatti diventati due e potrebbero persino diventare tre laddove Agovino ottenesse l’incarico di comandante dei Carabinieri. Attualmente i nomi più gettonati sono quelli di Marco Mancini, Luigi Della Volpe, Enrico Tedeschi e Carlo Massagli. Mancini trova la sponda del Presidente del Consiglio Conte, ma anche la perplessità del Quirinale. Luigi Della Volpe gode invece di stima trasversale all’interno del governo: da tempo mantiene ottimi rapporti con il ministro Guerini e con il ministro Di Maio. Il generale Tedeschi, attuale capo di gabinetto in Aise, viene considerato un outsider se Mancini non dovesse farcela. Infine Carlo Massagli, attuale consigliere militare del presidente Conte, al quale "Giuseppi" dopo essere sfumata la nomina alla guida della Marina Militare vorrebbe dare un ruolo degno di nota.

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