Il nuovo Senato? I regolamenti peggio della riforme - Affaritaliani.it

Palazzi & potere

Il nuovo Senato? I regolamenti peggio della riforme

Come funzionerebbero le istituzioni in caso venisse approvata la riforma costituzionale? Chi ci capisce è bravo. Ma non era più logico prepararli prima i regolamenti e darne conto ai cittadini prima del voto visto che non si tratta affatto di "quisquilie"?
 
Referendum: bozza Pd, presidente Senato carica massimo 3 anni. Quanto durera' il prossimo presidente del Senato? Due o al massimo tre anni. Come verra' eletto? Come attualmente viene eletto il presidente della Camera, evitando il ballottaggio. Chi potra' ricoprire quel ruolo? Si pensa, scrive l'Agi, di introdurre "l'incompatibilita' tra cariche negli organi del Senato e cariche negli organi regionali e locali", anche se non e' affatto escluso che possa essere scelto un primo cittadino: "per quel ruolo Renzi vorrebbe un sindaco", spiega uno dei fedelissimi del premier. Finora nel lungo dibattito che ci porta al voto sul referendum si e' parlato delle nuove funzioni dei senatori, della riduzione dei costi, ma sul funzionamento di palazzo Madama - qualora il 4 dicembre dovesse prevalere il si' alla riforma costituzionale - gli interrogativi sono ancora molti. A questi interrogativi hanno cercato di rispondere costituzionalisti come Ceccanti, Lupo, Piccione e altri professori, tecnici, saggi, chiamati dal gruppo dirigente del Pd. Dal risultato di riunioni tra i vertici dem e studiosi della materia che vanno avanti da mesi (incontri che si sono rallentati un po' nelle ultime settimane per la campagna elettorale), e' emerso "un memorandum" che l'Agi ha potuto visionare. Un contributo sul tema, una bozza di un regolamento-ponte perche' - questo l'input - il Senato, sempre se dovesse arrivare un via libera al ddl Boschi, dovra' poter essere subito operativo, "dovra' partire subito". Ufficialmente e' vietato parlare di questo argomento, l'attenzione e' rivolta al merito della riforma, ma il Pd sta lavorando sotto traccia con insigni giuristi e costituzionalisti anche su questo punto. Si tratta di simulazioni in corso (sono diverse, questa la premessa), di riflessioni che hanno portato ad un primo documento. Ovviamente il nuovo Senato prenderebbe forma nel 2018, ma l'obiettivo e' quello di redigere subito delle ipotesi in modo da orientare chi dovra' poi rispondere a domande che non hanno ancora trovato risposta.
 
Quanto durera' la carica di presidente del Senato? Qual e' la figura che potra' ricoprire quel ruolo? Con quale modalita' verra' eletto? E come si eleggeranno le commissioni e i gruppi? Per ora si tratta di proposte che dovranno poi trasformarsi in un progetto concreto. Se dovessero vincere i si' "il concetto di legislatura" non riguardera' piu' il Senato. Ovvero i senatori non rimangono piu' in carica 5 anni. Si rinnovano, la loro permanenza dipende dalle elezioni regionali o locali. Ecco perche' si pensa che la carica di un presidente del Senato possa durare tra i due e i tre anni. "Non puo' avere un mandato a vita". Come si eleggera'? "Ci si puo' domandare - si legge nel documento visionato dall'Agi - se sia tuttora giustificata la previsione di un ballottaggio al fine di arrivare ad una individuazione del presidente del Senato". Ovvero l'elezione potrebbe avvenire come quella del presidente della Camera. Evitando il ballottaggio, andando alla ricerca subito - viene spiegato - di un presidente di garanzia. Attualmente per l'elezione del presidente del Senato e' richiesta, dal regolamento della Camera alta, la maggioranza assoluta dei voti dei componenti l'assemblea nei primi due scrutini. Nel caso che questi ultimi non diano esito positivo, e' sufficiente nel terzo scrutinio la maggioranza assoluta dei voti dei senatori presenti; qualora anche in questa votazione nessuno abbia riportato la maggioranza richiesta, il Senato procede nello stesso giorno al ballottaggio fra i due candidati che abbiano ottenuto nel precedente scrutinio il maggior numero di voti e viene proclamato eletto quello che consegue la maggioranza, anche se relativa. Altra idea esposta nel "memorandum sulle norme regolamentari del Senato da modificare" (cosi' viene definito il documento): "introdurre - si legge ancora - l'incompatibilita' tra cariche negli organi del Senato e cariche nei governi regionali e locali". Quindi un presidente di regione difficilmente potra' ricoprire la carica piu' alta nel momento in cui approda a palazzo Madama. Secondo questo schema potrebbe spuntarla addirittura un consigliere semplice, ma la posizione preminente, in realta', spiegano altre fonti, sarebbe quella di puntare su una figura che possa essere funzionale per le nuove competenze del Senato, ovvero su un sindaco. "Sarebbe un sogno", afferma il renziano Rughetti. "Ma difficilmente potra' essere un sindaco di una grande citta'", e' l'opinione di Violante.
 
La bozza messa a punto ("ce ne sono anche altre, e' ancora presto per formulare un progetto ben preciso", sottolineano fonti parlamentari) prevede come intervenire per adeguare il vecchio regolamento. Con una serie di norme transitorie. Ne servira' un altro alla Camera e per di piu' occorrera' redigere uno statuto dell'opposizione. Sara' questo il grosso del lavoro che andra' compiuto fino al 2018 qualora vincessero i si'. Probabilmente nell'ipotesi di un via libera al pacchetto costituzionale si formera' anche una commissione ad hoc. Oppure semplicemente un ufficio di presidenza dara' nuove indicazioni per avviare il Senato. Perche' alcune norme dell'attuale regolamento di palazzo Madama non sono adattabili, altre vanno abrogate. Il primo interrogativo che si pongono le forze politiche e' il seguente: come si ripartiranno i senatori, su base regionale o su appartenenza politica? Per esempio: ci sara' un capogruppo del Pd o uno del Lazio? Nello studio non c'e' una predisposizione in materia, ma si propende per la prima ipotesi. Quindi per lasciare il sistema vigente. E quante volte si riuniranno i senatori? Come si organizzeranno le sedute, visto che il Senato - secondo la riforma - potra' avere 30 giorni di tempo per approvare le proposte emendative? L'idea e' quella di far venire i senatori-consiglieri regionali a Roma un paio di volte al mese. "Magari - ipotizza un senatore del Pd - le Commissioni qualche volta si potrebbero riunire anche per via telematica".
 

E quante saranno le commissioni? Attualmente ce ne sono 14, alla fine - questo il piano - ci saranno 4 o 5 macro commissioni. E l'ufficio di presidenza come sara' composto? Attualmente c'e' un presidente, quattro vice, i questori e una decina di segretari: ne serviranno molti di meno. E come si attueranno "le valutazioni di impatto sulle politiche pubbliche" previste dalla nuova Costituzione? "Serviranno passaggi piu' precisi", la convinzione. Altre incognite: oggi e' prevista la possibilita' di costituire un gruppo su richiesta di 10 senatori: visto che ne arriveranno 95 a fronte dei 315 attuali, il numero diminuera'. Come diminuera' il numero dei richiedenti del voto segreto (oggi 20) o del voto elettronico (oggi 15). E come comporre le commissioni d'inchiesta? Niente criterio di proporzionalita' secondo le forze in campo dei vari partiti, ma si potrebbe decidere su esigenze territoriali. E - si legge ancora - in caso di conflitti di competenza decideranno i due presidenti di Camera e Senato "sulla base di intese". Non ancora affrontata la "questione delle questioni", a dirla con le parole di un esponente dem della minoranza. Ovvero quale sara' la legge elettorale per i senatori? Sara' fatta luce solo dopo il risultato della consultazione. E chiaramente, ove il ddl Boschi dovesse avere il via libera dai cittadini, si accelerera' sulla stesura delle nuove regole. "Comunque - taglia corto Violante - se vincono i si' si aprono le porte ad una pagina nuova, tutta da scrivere".