Palazzi & potere
Il partito della nazione? lo fa Grillo....
GIOVANI, con un basso reddito, contrari all' immigrazione e lontani dai tradizionali schieramenti di destra e sinistra. Questo, almeno all' inizio della legislatura, era il «popolo» che votava Movimento 5 stelle. Poi, questo popolo è diventato più ampio e trasversale, rimanendo tuttavia ancorato a valori - come quello della «difesa della Costituzione» - molto di «sinistra».
Poche settimane fa, però, l' ultimo colpo di scena. Con il Movimento che mostra, in modo evidente, un' anima di destra facendo dietrofront sul ddl Cirinnà sulle Unioni Civili, fatto che ha aperto scenari nuovi, provocando una riflessione: ma oggi, di che pasta è fatto il Movimento 5 stelle? È sempre stato anche un po' di destra o è solo tattica?
Un po' tutte e due la cose, ma forse più la seconda. «I grillini intercettano un popolo trasversale protestatario sia di destra sia di sinistra - spiega il professor Gianfranco Pasquino -, ma ora che il fronte della destra nazionale appare sparpagliato, stanno tentando di intercettare quella parte di elettorato arrabbiato di destra che senza di loro (e senza Berlusconi) non andrebbe a votare. A mio avviso si tratta - spiega il politologo - di un consolidamento della loro marcia verso l' obiettivo di arrivare al ballottaggio alle prossime politiche. Da quel che vedo, poi, hanno anche imparato a far politica e alcuni di loro, come Luigi Di Maio, sono volti spendibili anche per l' elettorato moderato. Comunque, vogliono allargare il consenso il più possibile. E a destra, oggi, c' è un discreto vuoto».
Secondo un recente studio della Luiss scrive il quotidiano nazionale, il M5S si conferma un partito trasversale con il 43% dei suoi elettori che si collocano al centro o che non si collocano lungo l' asse sinistra-destra. E sempre la stessa analisi afferma che, in caso di un possibile ballottaggio tra Pd e M5S, al secondo turno la maggioranza degli elettori dei partiti di centrodestra voterebbe (anche abbastanza nettamente) per i 5 Stelle.
«Questa è una notizia di assoluta rilevanza - spiega il professor Roberto D' Alimonte - perché nonostante Renzi sia solitamente percepito come un leader post-ideologico, il Pd oggi farebbe fatica a sfondare nell' elettorato di destra. Perché c' è il M5S. Quest' ultimo si presenta come una perfetta 'alternativa di Condorcet', ossia come una scelta che, pur non essendo maggioritaria, è potenzialmente vincente nelle diverse possibili opzioni (sfida Pd-M5S o centrodestra-M5S)».
La pensa così anche il politologo Alessandro Campi: «I grillini riescono a intercettare gli umori più profondi del Paese e stanno approfittando del processo di disgregazione politica che a destra è oggi molto pronunciato. Per questo, dico che i grillini hanno una natura 'anfibia' e restano un partito 'doppio' che tiene insieme tante cose.
Tant' è che oggi a destra stanno intercettando un tipo di protesta lepenista riportandola in un contesto democratico. La loro strategia sulla lunga distanza, comunque, è chiara; vogliono governare e per questo hanno bisogno di allargare il consenso. A destra, ci sono praterie».
CHIUDE il professor D' Alimonte: «Forse i vertici dei grillini non se n' erano accorti, ma dentro il ventre molle del loro elettorato, i moderati di destra sono sempre stati presenti. Ecco perché, secondo me, il Pd oggi non è il 'Partito della Nazione'. Anzi, se oggi un 'Partito della Nazione' esiste, questo si chiama Movimento 5 Stelle».