Palazzi & potere
Maria Elena Boschi e le banche: da Etruria alle Venete due pesi e due misure

Da un lato toglie la tutela per gli amministratori delle banche venete (giustamente, anche se i crac bancari non sono colpa loro) onde evitare di perdere voti in campagna elettorale ma dall'altro toglie l'interdizione prevista per i responsabili dei veri problemi tipo Etruria (dove c'è di mezzo anche il babbo).
C'è un feeling speciale tra Maria Elena Boschi e le banche. La 36enne toscana, malgrado gli inizi da avvocato, l' ascesa a ministra (Riforme, non Tesoro) e l' arrocco a sottosegretaria, coltiva sempre la passione per il credito. Forse è di famiglia, dato che il padre Pier Luigi e il fratello Emanuele ebbero ruoli apicali nell' ex Popolare Etruria, saltata nel 2015 con salasso da 5 miliardi a banche e risparmiatori. Per evitare il crac Boschi chiese aiuto all' ad di Unicredit Ghizzoni: invano
«Bugie!», ha detto lei promettendo querele, scrive Repubblica. Da allora si prodiga per evitare schizzi e regolare conti. Nel 2016 il suo Pd ha "punito" Unicredit in cerca di aiuti sui crediti fiscali. Nel 2017, orfana di Renzi, ha sottratto alla Commissione d' inchiesta le Popolari. Ora toglie la manleva agli amministratori delle Venete (e il governo ha pure cassato l'emendamento per interdire da incarichi i banchieri liquidati, come papà Boschi). Occuparsi d' altro, no?