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Palazzi & potere
M5s, Beppe Grillo e Di Maio: le vere ragioni delle dimissioni

"Non si poteva fare diversamente. Ormai Di Maio era totalmente isolato all'interno del Movimento.Non controllava più i gruppi  parlamentari e tra i Ministri soltanto Spadafora gli è rimasto fedele fino all'ultimo. Insomma, nessuno gli dava più ascolto". Cosi spiegano dall'interno del Movimento le ragioni che hanno portato alle dimissioni del leader pentastellato. Lo scrive il Quotidiano del Sud. Ed i rapporti interni erano logori ormai da troppo tempo, almeno da quando Beppe Grillo lo scorso agosto aveva spinto l'accelerazione sull'alleanza con il Pd, un'alleanza mai completamente digerita dall'attuale Ministro degli esteri che avrebbe potuto ottenere da Salvini la Presidenza del consiglio. Le dimissioni di Di Maio, spiegano chi lo conosce bene, erano dunque pronte da tempo. Ma ora, dopo le dimissioni, i problemi sul tappeto saranno molti, forse ancora più di prima: "La verità è che al momento non abbiamo un 'frontman' in grado di rimpiazzarlo. Fico sarebbe perfetto ma ha già fatto sapere al Movimento di voler continuare a fare il Presidente della Camera mentre per Alessandro Di Battista ormai non c'è più spazio: la sua linea non sarebbe compatibile con la nouvelle vougue istituzionale del M5s". Insomma, la caduta di Di Maio non risolve i problemi, anzi per certi versi rischia di accentuarli. E proprio su questo potrebbe puntare l'ormai ex capo politico tanto che c'è chi sostiene apertamente che "Di Maio in realtà punta a ricandidarsi" agli Stati Generali di Marzo nella speranza di tornare alla guida dei 5Stelle (ma chi ha avuto modo di contattare Beppe Grillo in queste ultime ore sostiene che l'Elevato preferirebbe che Di Maio si accontentasse invece di un altro incarico all'interno del Movimento piuttosto che tornare in pista per la leadership politica). Insomma, con le sue dimissioni l'ormai ex leader grillino ha voluto anche togliere ogni alibi a chi continuamente lo ha attaccato e criticato n tutti questi mesi. Di sicuro però, le sue dimissioni rafforzeranno la presa del Premier Conte sul Movimento tanto più se il fedelissimo Patuanelli dovesse diventare presto, oltre che Ministro, capo delegazione al governo in attesa di essere lui incoronato nuovo leader del Movimento ai prossimi Stati Generali di marzo. È lui, spiegano fonti interne ai pentastellati, l'uomo sul quale puntano Beppe Grillo e Giuseppe Conte. 

Insomma, chi conosce le dinamiche interne del Movimento giura che ora il vero è unico uomo forte sarà l'attuale premier Giuseppe Conte che assieme a Beppe Grillo puntellerà l'attuale alleanza di governo con il Pd fino a farla diventare "strutturale". Non per niente, dalle parti del Nazareno, seppur senza voler entrare nel merito del dibatto interno al Movimento, non nascondono una certa soddisfazione per come si potrebbero mettere le cose in futuro: "Non siamo affatto preoccupati per la tenuta del governo, anzi, il rinnovamento interno ai 5Stelle potrebbe alla lunga diventare un fattore di stabilizzazione per il paese e soprattutto sarà più facile la strada per eventuali alleanze politiche future". 

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