Palazzi & potere
Padoan va sul Monte (dei paschi)

Nel giro di poche settimane il Monte dei Paschi di Siena potrebbe fregiarsi di un nuovo primato. Oltre ad essere la banca più antica del mondo fra quelle rimaste in attività, potrebbe diventare la prima in cui lo Stato italiano tornerà ad essere il principale azionista.
Tutto dipende dagli approfondimenti in corso su come pagare gli interessi dovuti sull' ultima tranche del prestito da 4 miliardi di euro che l' istituto senese aveva ottenuto dal Tesoro qualche anno fa, ai tempi del governo di Mario Monti. Il capitale è già stato rimborsato per intero ma, per chiudere il conto, resta un fardello piuttosto consistente. Quel prestito, infatti, era stato concesso a tassi d' interesse oggi fuori da ogni realtà, attorno al 9 per cento annuo. Se dovesse pagare in contanti, la banca guidata dal neo-presidente Massimo Tononi e dall' amministratore delegato Fabrizio Viola dovrebbe versare al ministro Pier Carlo Padoan una cinquantina di milioni di euro, pari agli interessi maturati nel periodo da gennaio a giugno del 2015, quando il prestito è stato estinto. L' operazione, tuttavia, prevedeva alcune condizioni che permettevano di girare al Tesoro una quota del capitale del Monte.
Un' opzione che, scrive l'espresso, se avranno il via libera, i manager della banca intendono certamente sfruttare. Risultato: con il nuovo pacchetto azionario che si ritroverebbe tra le mani, lo Stato aumenterebbe la propria quota di partecipazione, portandola dall' attuale 4 per cento al 7 circa, superando tutti gli azionisti privati e diventando il socio più importante.